Tsunami Indonesia, salgono a 429 le vittime. Si teme crisi sanitaria

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Si aggrava il bilancio dell’onda che, dopo un’eruzione vulcanica, ha colpito le coste attorno allo stretto della Sonda, nelle isole di Giava e Sumatra. Oltre 1.400 feriti, 12mila sfollati. Si cercano i dispersi, che sono circa 120. Mancano acqua potabile e medicinali

Continua ad aggravarsi il bilancio dello tsunami (COSA SONO) che, dopo un'eruzione vulcanica, tre giorni fa ha colpito le isole indonesiane di Giava e Sumatra. Le vittime, secondo i dati delle autorità, sono almeno 429. Oltre 1.400 i feriti. E mentre per i sopravvissuti si teme una crisi sanitaria, continuano senza sosta le ricerche dei dispersi: secondo i dati ufficiali sono oltre 120. Ma si teme che i numeri possano crescere (I DANNI - LE FOTO - I PRECEDENTI).

Mancano acqua e medicinali, si teme crisi sanitaria

L’onda anomala, che ha colpito le coste attorno allo stretto della Sonda ventiquattro minuti dopo l’eruzione dell'Anak Karakatau, ha lasciato senza casa 12mila persone, distruggendo circa 600 abitazioni. Una decina gli hotel gravemente danneggiati. I sopravvissuti ora devono fare i conti con la carenza di acqua potabile e di medicinali. Gli operatori sanitari hanno lanciato l'allarme su una possibile crisi sanitaria. “Molti bambini sono malati, hanno la febbre, mal di testa e non hanno abbastanza acqua”, ha denunciato RizalAlimin, un medico volontario in una scuola trasformata in rifugio di fortuna. Abu Salim, volontario dell'associazione Tagana, ha detto invece che gli operatori umanitari riescono a malapena a stabilizzare la situazione. “Oggi ci concentriamo sull'assistenza ai rifugiati che si trovano nei centri, installiamo cucine e distribuiamo attrezzature logistiche”, ha aggiunto. E ha spiegato che le persone "non hanno ancora accesso all'acqua potabile, molti rifugiati sono andati in zone alte e non siamo stati in grado di raggiungerli”.

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