Tsunami in Indonesia, il vulcano Krakatoa nel 1883 provocò oltre 36mila morti
MondoSi trova nell’isola di Rakata, tra Giava e Sumatra, in Indonesia, una delle più irrequiete della Terra. Nel 1927 al centro dell’area distrutta dall’esplosione record del Krakatoa, è emersa una nuova isola vulcanica, chiamata Anak Krakatau
Il vulcano Krakatoa e il "figlio" Anak Krakatau, generato da una violentissima esplosione del "padre", da sempre scuotono l’area dello stretto di Sonda. È successo anche il 22 dicembre 2018 (FOTO), quando una frana sottomarina generata da un'eruzione del piccolo Krakatoa ha causato una strage tra le isole indonesiane di Giava e Sumatra. Il Krakatoa si trova nell’isola di Rakata, tra Giava e Sumatra, in Indonesia, una delle più irrequiete della Terra, per via delle eruzioni che possono provocare terremoti e tsunami. Il vulcano principale è conosciuto per un evento violentissimo, avvenuto il 27 agosto 1883, spesso citato come il boato più forte mai udito sul nostro pianeta. L’esplosione causò oltre 36mila morti.
Dove si trova il Krakatoa
Il Krakatoa si trova nella cosiddetta Cintura di Fuoco, un ferro di cavallo lungo quasi 40mila km (poco meno dell'equatore) dove si concentrano vulcani fra i più esplosivi e terremoti fra i più violenti nel mondo. Tra questi le scosse che nel marzo 2011 hanno colpito il Giappone dando origine all'incidente delle centrali atomiche di Fukushima, e il violento terremoto dell'Oceano Indiano nel settembre 2004, che direttamente e con il conseguente maremoto ha causato centinaia di migliaia di vittime devastando le coste di Indonesia, Sri Lanka, India, Thailandia, Birmania, Bangladesh, Maldive e arrivando fino al Kenya e alla Somalia, a più di 4.500 km dall'epicentro del sisma.
L’eruzione del 27 agosto 1883
Il 27 agosto 1883 il Krakatoa diede vita a un cataclisma, con un boato che si fece sentire fino a cinquemila chilometri di distanza. La manifestazione vulcanica fu paragonata all’esplosione di circa 200 milioni di tonnellate di tritolo e originò un’onda tsunami alta 40 metri. Il cielo nell’area tra Giava e Sumatra fu oscurata per giorni con una nube di cenere che salì in cielo fino a 36 km di altezza. Dopo l'esplosione, dell'isola di Rakata rimasero sparute vestigia. A seminare morte fu l'imponente onda di maremoto che, muovendosi a oltre mille km orari, spazzò via diversi villaggi di Giava e Sumatra e ribaltò navi nell'Oceano Indiano fino al Sudafrica. Il bilancio delle vittime, alla fine, superò le 36mila persone.
Le altre eruzioni del Krakatoa
Il Krakatoa era già conosciuto per le sue eruzioni violente, prima dell’esplosione del 1883. Su antichi testi giavanesi si fa riferimento a un evento di particolare rilevanza avvenuto nel 416 d. C. Successivamente un’eruzione del 535 d. C. potrebbe essere stata responsabile di cambiamenti climatici di quell’era. Ma sono eventi lontani, soltanto quello del 535 d. C. è supportato da fonti storiche ed evidenze geologiche di una certa affidabilità.
Il "figlio" del Krakatoa
Dopo l’esplosione record del 1883, nel dicembre del 1927 al centro dell’area distrutta dalla “bomba” del Krakatoa, è emersa una nuova isola vulcanica. Si chiama Anak Krakatau, “figlio del Krakatoa", e all'inizio misurava nove metri di diametro. Il piccolo Krakatoa cresce di sei metri all'anno e nel 2005 è arrivato a 300 metri. Anak Krakatau è attualmente oggetto di studio dei vulcanologi. Formatosi nel 1927, è già esploso con violenza nel 1952 e nel 1972. Una eruzione di minore intensità ha avuto luogo nel 1988. Il vulcano era poi rimasto relativamente inattivo fino al novembre del 1993, quando in seguito a un’esplosione persero la vita un turista americano e tre britannici. Dopo quell’evento l’area circostante, venne vietata ai turisti che vi si recavano numerosi.
Il paragone con lo Stromboli
Tra la fine del 2002 e l’inizio del 2003, quando lo Stromboli si rese protagonista di una notevole eruzione venne accostato al Krakatoa da un vulcanologo francese. L’allora capo della Protezione civile Guido Bertolaso allontanò con decisione le ipotesi catastrofiche di Jacques-Marie Bardintzeff dell’università di Parigi Sud. “Quella del Krakatoa è una storia diversa, stiamo parlando di due vulcani che non sono paragonabili’”, disse Bertolaso.