All’ultimo saluto al senatore repubblicano anche Bill Clinton e Ivanka Trump. La figlia Meghan attacca indirettamente il tycoon: "L'America di mio padre non ha bisogno di diventare grande di nuovo”. Bush: "Amava la libertà". Obama: "Ci ha reso presidenti migliori"
A Washington è il giorno dell’ultimo saluto al senatore John McCain (CHI ERA), morto lo scorso 25 agosto all'età di 81 anni dopo una lunga lotta contro un tumore al cervello. Ai funerali, organizzati nella National Cathedral, sono presenti anche gli ex presidenti degli Stati Uniti George W. Bush e Barack Obama, che parleranno durante la funzione. Assente invece l'attuale inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, che non è andato neanche alla camera ardente (così come chiesto espressamente dal defunto) e al quale la figlia di McCain, Meghan, ha lanciato un affondo: "L'America di mio padre non ha bisogno di diventare grande di nuovo perché è sempre stata grande" (in riferimento allo slogan della campagna elettorale del tycoon “Make America Great Again ndr).
Ivanka Trump presente alla cerimonia
Tra gli ex presidenti presenti alla cerimonia anche Bill Clinton con la moglie Hillary, mentre a rappresentare l'attuale amministrazione ci sono il capo del Pentagono James Mattis e il chief of staff della Casa Bianca, John Kelly. La famiglia Trump presenzia con Ivanka e il marito Jared Kushner. A porgere l’ultimo saluto al senatore repubblicano anche gli ex vicepresidenti Al Gore e Dick Cheney, gli ex segretari di Stato Madeline Albright, John Kerry e Henry Kissinger e l’icona di Hollywood, Warren Beatty.
Bush: “Amava la libertà”
Il primo degli ex presidenti a intervenire è stato George W. Bush, che ha sottolineato le virtù del senatore repubblicano, affermando inoltre che era un uomo "onorevole. Riconosceva sempre che i suoi oppositori erano pure patrioti ed esseri umani. Amava la libertà con la passione di un uomo che ne conosceva l'assenza".
Obama: “Ci ha reso presidenti migliori”
Poi è stata la volta di Barack Obama, secondo cui McCain, che lo aveva sfidato nelle presidenziali del 2008, “ci ha reso presidenti migliori". L’ex inquilino della Casa Bianca ha descritto "un uomo straordinario, un combattente, uno statista, un patriota che ha incarnato il meglio dell'America". E non ha poi mancato di sottolineare i valori del senatore repubblicano, il fatto che pur da conservatore riconosceva come "alcuni principi trascendono la politica, alcuni valori trascendono i partiti". Nel suo ricordo del senatore, Obama è apparso fare velati riferimenti alle attuali vicende politiche negli Usa sottolineando come McCain comprendesse che la sicurezza e l'influenza dell'America non derivano "dalla nostra abilità di piegare gli altri al nostro volere", bensì da valori universali, rispetto della legge e dei diritti umani. "Tanto della nostra politica, della nostra vita pubblica, della nostra pubblica conversazione, può apparire piccolo e meschino e futile, inseguendo magniloquenza e insulto, artificiose controversie e sdegno creato ad arte - ha detto l'ex presidente - È una politica che intende mostrarsi coraggiosa e dura, ma nei fatti nasce dalla paura. John ci ha esortato ad essere superiori a questo ci ha esortati ad essere migliori di così”.
L’intervento della figlia Meghan
La figlia di McCain, Meghan, si è commossa mentre ricordando il padre, il politico, l'eroe di guerra. "L'America di John McCain è l'America di Abraham Lincoln, che rispetta la promessa della Dichiarazione di Indipendenza secondo cui tutti gli uomini sono generati uguali e si battono con tutti gli sforzi per vederla realizzata - ha detto Meghan McCain in un discorso appassionato, a tratti interrotto dalle lacrime - John McCain non sarà caratterizzato dal carcere, dalla Marina, dal Senato, dal partito repubblicano o da uno solo dei fatti della sua vita assolutamente straordinaria. John McCain è stato caratterizzato dall'amore". E ha aggiunto: "Se n'è andata la grandezza americana, quella vera, non la retorica a buon mercato".
Kissinger: “È stato un dono del destino”
Anche l’ex segretario di Stato 95enne Henry Kissinger è intervenuto per ricordare McCain, dicendo che gli Stati Uniti "hanno avuto la fortuna che, in tempi di cruciali prove nazionali, sono emerse alcune grandi personalità. John McCain è stato uno di quei doni del destino".