L’azione legale nei confronti del social network e di Cambridge Analytica è stata avanzata presso la corte distrettuale di San Jose, in California. Secondo i promotori, i dati raccolti sarebbero stati utilizzati impropriamente per avvantaggiare la campagna di Trump
Possibile class action anche in Italia
Intanto anche in Italia si prospettano azioni legali nei confronti di Facebook e Cambridge Analytica: "Al pari delle associazioni dei consumatori americane, il Codacons sarà la prima organizzazione italiana a depositare una class action contro Facebook", spiega il presidente Carlo Rienzi. "Se saranno accertate condotte illecite circa l'uso dei dati sensibili degli utenti, la loro profilazione a fini politici e l'avvio di campagne di comunicazione a carattere elettorale, chiameremo la società a rispondere dei danni prodotti ai cittadini italiani iscritti al social network". Si potrebbe trattare di "una class action che vedrà coinvolti oltre 30 milioni di italiani attivi su Facebook, e che sarà finalizzata a far ottenere agli utenti il giusto risarcimento dei danni morali subiti legati ad eventuali utilizzi illeciti di dati sensibili e alla violazione delle norme sulla privacy", ha concluso il presidente del Codacons.
Il caso Cambridge Analytica
Lo scandalo per il quale è stata avviata la prima class action negli Stati Uniti, è esploso in seguito alle inchieste del New York Times e del Guardian. Le due testate giornalistiche hanno fatto emergere come la società di analisi Cambridge Analytica avrebbe usato in modo improprio i dati personali di 50 milioni di utenti di Facebook, raccolti tramite la app ‘thisisyourdigitallife'. L'obiettivo sarebbe stato quello di sviluppare tecniche e software in grado di "profilarli" e di indicarli come destinatari di annunci politici su misura. Successivamente, i dati sarebbero stati usati per orientare l'opinione degli elettori nella campagna elettorale di Donald Trump durante le presidenziali americane nel 2016 e anche durante la campagna per la Brexit.