Trump, no a migranti da Haiti, El Salvador e Africa: sono Paesi-cesso

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(Foto Getty Images)

Il presidente Usa avrebbe detto la frase choc durante un incontro nello Studio Ovale. Ma lui si difende: "Non ho usato quel linguaggio". Onu e associazioni per i diritti civili insorgono: “Razzismo ignorante”. Attese nuove sanzioni contro l'Iran. Annullata vista in Gb

Una nuova bufera si è abbattuta su Donald Trump dopo che, secondo le indiscrezioni di alcuni media americani tra cui il Wall Street Journal, durante un incontro nello Studio Ovale con alcuni membri del Congresso, a chi gli chiedeva di riconsiderare la decisione di togliere lo status di protezione a migliaia di immigrati da Haiti, El Salvador e da alcuni Paesi africani, il presidente Usa avrebbe risposto: "Perché gli Stati Uniti dovrebbero avere tutta questa gente che arriva da questi Paesi-cesso (shithole countries)". Inizialmente la Casa Bianca non ha smentito la ricostruzione, ma il tycoon qualche ora dopo in un tweet si è difeso: "Non ho usato quel linguaggio". Ma le polemiche di media e associazioni per i diritti civili sono già scoppiate, con i primi che hanno deciso di non censurare l’espressione attribuita a Trump e le seconde che hanno parlato apertamente di “spietato razzismo”, termine usato anche dall'Onu. Intanto sono attese per oggi nuove sanzioni specifiche contro membri del governo di Teheran, mentre con un altro cinguettio il presidente ha annunciato la cancellazione della sua visita in Gran Bretagna prevista per il mese prossimo.

“Più immigrati da Paesi come la Norvegia”

Trump, secondo quanto riportato dai media, nelle sue affermazioni si sarebbe spinto anche oltre, dicendo che gli Stati Uniti dovrebbero attirare più immigrati da Paesi come la Norvegia. I presenti all'incontro - secondo indiscrezioni riportate dai media - sarebbero rimasti spiazzati. Il senatore repubblicano Lindsay Graham e quello democratico Richard Durbin sono rimasti gelati, poiché solo pochi minuti prima avevano proposto di tagliare del 50% la lotteria per i visti di ingresso negli Usa continuando a tutelare gli immigrati già residenti nel Paese con lo status di protezione. Status accordato loro perché costretti a lasciare i loro Paesi di origine per sfuggire alle conseguenze di catastrofi come i devastanti terremoti che negli anni passati hanno colpito El Salvador o Haiti.

La replica: "Non ho usato quel linguaggio"

"Il linguaggio che ho usato al meeting sull'accordo Daca è stato duro, ma non ho usato quel linguaggio - si è difeso Trump su Twitter - Quello che è stato veramente duro è stato ricevere una proposta così stravagante, una bella battuta d'arresta per il Daca!". Inizialmente, invece, la Casa Bianca non aveva smentito le ricostruzioni dei media, limitandosi a dire tramite il vice portavoce, Raj Shah, che "alcuni politici a Washington scelgono di combattere per Paesi stranieri, ma il presidente combatterà sempre per gli americani. Come altri Paesi che hanno un sistema dell'immigrazione basato sul merito, il presidente si batte per una soluzione permanente che rafforzi il Paese dando il benvenuto a coloro che possono contribuire alla nostra società e far crescere la nostra economia".

L'Onu: "Razzista"

Secco il commento dell'Onu: “Non c’è un’altra parola da usare se non ‘razzista’ - ha dichiarato il portavoce dell’ufficio dei diritti umani delle Nazioni Unite, Rupert Colville - Non si possono definire interi Pesi, le cui popolazioni non sono ben accette perché non bianche, come shitholes”.

I media non si censurano

I media americani, oltre a riportare la frase del presidente, hanno deciso di rompere una consolidata tradizione pubblicando per intero le parole volgari usate da Trump: dalla carta stampata alle televisioni, i media sono compatti pur mettendo in guardia, per il piccolo schermo, sulla non adeguatezza del linguaggio. ''Ci è stato subito chiaro che dovevamo pubblicare il linguaggio direttamente, senza parafrasarlo. Abbiamo voluto essere sicuri che i lettori capissero esattamente la portata della notizia'', ha detto Phil Corbett del New York Times, che però ha evitato la parola shithole nel titolo: perché “siamo ancora inclini a evitare volgarità nei titoli'', ha spiegato Corbett.

Le associazioni: “Razzismo ignorante”

Dura la reazione delle organizzazioni l'Associazione nazionale per la promozione delle persone di colore, una delle più influenti negli Stati Uniti, ha accusato Trump di "ignorante, spietato e crudo razzismo. La scelta di usare parolacce per descrivere i Paesi africani, centroamericani e caraibici - afferma in una nota - non segna solo un basso livello di questo presidente, ma un punto di caduta per tutto il Paese". L'Unione americana per le Libertà civili ha detto invece che Trump "è stato abbastanza onesto indicando il nazionalismo bianco dietro alle sue politiche per l'immigrazione", e ha sottolineato che le sue parole "contraddicono la decisione del Congresso, risalente al 1965, di abolire il criterio razzista delle quote-Paese".

I precedenti

Ma non è la prima volta che Trump si lascia andare a questo tipo di esternazioni verso immigrati o rifugiati. Era il 2016 quando, in occasione dell'inaugurazione della sua campagna elettorale, parlando dei cittadini messicani disse: “Non sono nostri amici portano droghe e crimine. Sono stupratori”. Nel mirino del presidente però è finito anche il Diversity Visa Program, ovvero la "lotteria" che ogni anno mette in palio circa 50mila visti: "Ci mandano la gente peggiore, il peggio del peggio". Secondo il New York Times, smentito dalla Casa Bianca, in un meeting il presidente avrebbe poi sostenuto che tutti gli immigrati haitiani ultimamente entrati in Usa, avrebbero l'Aids. Infine i cittadini nigeriani, che "non torneranno mai alle loro capanne" in Africa.

Nuove sanzioni contro l’Iran

Intanto nelle prossime ore è atteso l’annuncio da parte di Trump di una proroga nel congelamento delle sanzioni verso l'Iran previsto nell'accordo sul programma nucleare di Teheran. Lo riporta il New York Times, secondo cui il presidente dovrebbe imporre una scadenza al Congresso e agli alleati europei per migliorare l'accordo, dal quale altrimenti gli Stati Uniti usciranno. Secondo indiscrezioni, il tycoon sarebbe stato convinto dai suoi consiglieri e dagli alleati europei a non sciogliere l'accordo sul nucleare iraniano, ma dovrebbe annunciare sanzioni specifiche contro alcuni esponenti del governo di Teheran per corruzione e abuso dei diritti umani, anche alla luce delle ultime manifestazioni antigovernative.

Annullata visita in Gran Bretagna

E sarebbe invece, secondo il Guardian, il timore di proteste di massa ad aver spinto Trump a cancellare una visita in Gran Bretagna, prevista per il mese prossimo per inaugurare la nuova ambasciata Usa a Londra. Il presidente, da parte sua, ha spiegato in un tweet di avere preso la decisione a causa del suo disappunto nei confronti del suo predecessore Barack Obama, il quale avrebbe venduto l'attuale ambasciata per "noccioline", per costruirne una da 1,2 miliardi di dollari: "Cattivo affare - ha scritto -. Volevano che io tagliassi il nastro-NO!".

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