Cile al voto, domenica 19 il primo turno delle elezioni presidenziali

Mondo

Antonio Marafioti

Il palazzo de La Moneda a Santiago del Cile, residenza ufficiale del Presidente della Repubblica (Getty Images)
La_Moneda_Cile_GettyImages-823604552

Sfida a otto per la successione a Michelle Bachelet al palazzo della Moneda. Candidati, programmi e quadro politico alla vigilia del voto in una delle principali economie dell'America Latina

Domenica 19 novembre il Cile sceglierà il successore della "presidenta" Michelle Bachelet, che ha governato il Paese sudamericano per otto degli ultimi dodici anni. Sono otto i candidati in corsa per la successione e 14,3 milioni i cileni chiamati alle urne in patria, mentre 39.137 quelli che voteranno dall'estero.

Il nuovo sistema elettorale

Quelle del 19 novembre, con eventuale secondo turno fissato per il 17 dicembre, saranno le prime elezioni cilene a tenersi col nuovo sistema elettorale nato dalla legge 20.840 del 2015. Il nuovo meccanismo sostituisce il sistema elettorale binominale per l'elezione dei parlamentari di Camera e Senato, con uno di tipo proporzionale in cui diminuisce il numero dei collegi elettorali e aumenta quello dei deputati (da 120 a 155) e dei senatori (da 38 a 50).

Gli 8 candidati presidente

La corsa elettorale per scegliere chi governerà il Cile dal 2018 al 2022 vede attualmente otto candidati. Il gran favorito alla vigilia del voto è Sebastián Piñera, già presidente fra il 2010 e il 2014. L'imprenditore 67enne è il terzo uomo più ricco del Cile. Si presenta a capo della lista di destra "Chile Vamos", con un programma in cui promette di migliorare la sicurezza interna, la sanità, l'educazione, i trasporti e la qualità di vita. Il suo primo avversario è il 64enne Alejandro Guiller, sociologo e giornalista, in quota "Nueva Mayoria": vuole attuare un'ampia riforma sanitaria e del sistema pensionistico. Beatriz Sánchez ("Frente Amplio") è una delle due donne in corsa per la Moneda. La 49enne rappresenta una coalizione di sinistra appoggiata dagli ex lider studenteschi. Fra le sue proposte elettorali c'è quella della decentralizzazione statale, della nazionalizzazione delle imprese e del miglioramento dei diritti umani. José Antonio Kast, candidato indipendente, è il rappresentante della destra estrema. Avvocato 51enne figlio di immigranti tedeschi, Kast si oppone all'aborto, al matrimonio omosessuale e propone una parziale riabilitazione dei valori del regime di Pinochet. Carolina Goic, 44enne, è in corsa con il "Partido Demócrata Cristiano": si presenta come un'alternativa differente del centrosinistra. Marco Enríquez-Ominami, detto "Meo" è invece il candidato del "Partido Progresista", che ha fondato nel 2010. Il 44enne conduttore televisivo, presenta un programma basato sul riconoscimento di maggiori diritti alle minoranze, e sulla riforma costituzionale. Alejandro Navarro, 58 anni e candidato di "País”, propone nel suo programma di sinistra "profondi e rivoluzionari cambiamenti per il Cile". Eduardo Artés, 65enne, infine, è il candidato dell'ultra sinistra di "Unión Patriótica" da lui fondata nel 2015 e promette di difendere gli "interessi nazionali da quelli delle imprese transnazionali e delle potenze straniere".

L'eredità di Michelle Bachelet

Gli otto candidati alla presidenza dovranno misurarsi con la difficile eredita lasciata dall'attuale presidente Michelle Bachelet che lascerà ufficialmente l'incarico l'11 marzo 2018. Indicata da Forbes come la quarta donna più potente del mondo, la prima del Sudamerica, per alcuni potrebbe diventare la prima donna ad assumere le carica di segretario generale delle Nazioni Unite. In patria, però, i giudizi su di lei sono critici con un tasso di approvazione sceso dall'80 al 25%, secondo i recenti sondaggi. Nonostante diversi scandali legati a episodi di corruzione all'interno degli ambienti politici cileni, per molti quello di Bachelet rimane uno dei governi migliori dall'inizio del periodo democratico, iniziato nel 1990 dopo la dittatura di Pinochet. Tra le riforme attuate dalla "presidenta" ci sono ad esempio una legge di accesso gratuito a collegi e università; una riforma tributaria per il recupero di tasse dalle grandi compagnie; la modifica del sistema elettorale; l'istituzione delle unioni civili fra persone dello stesso sesso e la legalizzazione del diritto di aborto. Il prossimo presidente dovrà misurarsi con molti temi di fondamentale importanza come quello sul rispetto dei diritti delle minoranze e quello, molto sentito, della ripresa della crescita economica.

Mondo: I più letti