Cile, in vigore la nuova legge che consente l'aborto

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Una manifestante cilena pro-aborto (Getty Images)
Aborto_manifestante_Cile

Il Paese sudamericano era uno dei pochi al mondo che non permetteva l'interruzione di gravidanza: adesso il governo punta alla legalizzazione dei matrimoni gay e alle adozioni da parte delle coppie omosessuali

Anche in Cile l'aborto è stato legalizzato: è quanto stabilisce la nuova legge fortemente voluta dalla presidente Michelle Bachelet, che il 28 agosto è stata formalmente pubblicata. "Questa legge consente al Cile di diventare un paese dove le donne di fronte a diverse situazioni possano prendere la migliore decisione possibile". Un progresso importante visto che il Paese era uno dei pochi al mondo ad avere ancora una legge molto proibitiva sull'interruzione di gravidanza. Non solo: lo stesso giorno della pubblicazione della normativa pro-aborto, la presidente ha inviato al Congresso un disegno di legge per legalizzare i matrimoni gay e l'adozione di bambini da parte delle coppie omosessuali.

La legge presentata nel 2015

Il 21 agosto il Tribunale Costituzionale del Cile ha deciso di non accogliere due istanze presentate da alcuni parlamentari contro l'applicazione della legge che permette l'aborto, presentata nel gennaio del 2015 dalla Bachelet. In tal modo, la Suprema Corte ha dato il via all'applicabilità giuridica della legge che il 28 agosto è entrata in vigore. La nuova legislazione prevede l'interruzione di gravidanza solo in tre casi: se è a rischio di vita la madre o il feto, se la gravidanza è il risultato di una violenza, se il feto non presenta segnali vitali. Benché con limitazioni, il passo avanti è sostanziale, visto che il Cile aveva una delle normative in assoluto più limitanti sull'aborto, che non era consentito fino a ora in nessun caso. La proibizione dell'interruzione di gravidanza risale infatti alla dittatura militare di Augusto Pinochet, che introdusse la legge relativa nel 1989.

La maggioranza dei cileni approva la depenalizzazione

La nuova legge è sicuramente apprezzata dalla popolazione, visto che secondo un sondaggio dell'istituto Cadem, il 71% dei cileni è d'accordo con la concessione dell'aborto nelle condizioni previste dalla norma. Questa legge permette al Cile di non essere più tra i Paesi latinoamericani dove l'interruzione di gravidanza è ancora assolutamente proibita: El Salvador, Honduras, Haiti, Nicaragua, Suriname e Repubblica Domenicana. Unica voce contraria, oltre ai manifestanti pro-vita che hanno annunciato proteste e manifestazioni contro il provvedimento, è quella del prossimo sfidante della Bachelet alle elezioni presidenziali di novembre, il candidato della coalizione di centro-destra, Sebastian Piñera. "Sarò sempre a favore della difesa della vita di tutti e soprattutto di quelli che stanno per nascere, che sono i più innocenti e indifesi". Forse anche in vista delle prossime consultazioni e della scadenza del suo mandato, la presidente ha deciso di andare anche oltre l'aborto, presentando un disegno di legge per legalizzare i matrimoni tra omosessuali e l'adozione da parte di coppie gay. Una norma che avvicinerebbe il Cile ai paesi sudamericani che prevedono norme simili, come Argentina, Brasile o Uruguay.  

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