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Francia, il Bataclan a due anni dal terrore: “Non abbiamo più paura"

Mondo
L'insegna restaurata del Bataclan (Getty Images)

Così Jules Frutos, condirettore del teatro, in un'intervista a France Presse rilasciata alla vigilia del secondo anniversario dell'attentato in cui morirono 130 persone

“Finalmente non abbiamo più paura”. Queste le parole di Jules Frutos, condirettore del teatro Bataclan di Parigi, alla vigilia del secondo anniversario dell'attentato terroristico che il 13 novembre 2015 provocò la morte di 130 persone che partecipavano al concerto parigino degli Eagles of Death Metal.

Ritornare alla normalità

Nel corso di un'intervista a France Presse, Frutos ha raccontato quello che è stato il lento recupero del teatro parigino, considerato uno dei templi mondiali della musica. Il ricordo parte dal 12 novembre del 2016 quando, ricorda Frutos, alla vigilia del primo anniversario dell'attacco, un live di Sting tentò di celebrare la rinascita del teatro. Fu un concerto intimo e toccante, ha ricordato il dirigente, ma “l'atmosfera era ancora troppo carica di dolore e di rabbia”. Oggi invece, secondo Frutos, le cose stanno cambiando e si sta ritornando a una sorta di normalità. Le forze di sicurezza continuano a presidiare il Bataclan, luogo simbolo di quella notte drammatica dove morirono 90 delle 130 vittime complessive, che resta un “luogo sensibile”, ma la direzione del teatro ha chiesto alla polizia e ai militari una presenza più discreta che, a quanto pare, viene lentamente concessa. “Il che ci riporta a una normalità – ha detto Frutos – fatta di problemi quotidiani da risolvere, e questo ci rassicura”.

Il ritorno del pubblico

Nella sua intervista, Frutos ha inoltre ripercorso i duri mesi che sono seguiti alla riapertura: un periodo difficile in termini di programmazione. “Nell'ultimo anno – ha spiegato il condirettore – si è ridotto del 20% il numero di spettacoli andati in scena, ma il tasso di partecipazione del pubblico è cresciuto del 90%”. I lavori di ricostruzione del teatro sono stati quasi ultimati, la capienza è passata dai 1.500 posti disponibili precedenti a 1.700 e il Bataclan è pronto a fare concorrenza agli altri 'santuari' della scena musicale e teatrale parigina, da La Cigale, all'Olimpia al Trianon, fino Élysée Montmartre riaperto l'anno scorso. “C'è un'offerta importante in una situazione economica ancora difficile”, ha continuato il condirettore del Bataclan, “ma questo è positivo perché ci costringe a reagire”.

Macron sui luoghi simbolo del dolore

Nell'ultima parte del suo intervento, Frutos ha anche replicato al Nicola Sirkis, leader della band francese Indocina, che lo scorso 8 settembre aveva definito “ignobile” la riapertura del Bataclan, aggiungedo che quel luogo sarebbe dovuto diventare un santuario. "Non capisco come un artista possa dire che un teatro deve trasformarsi in un mausoleo – ha ribattuto Frutos. La risposta più importante è arrivata dal pubblico. Ora non abbiamo più paura, anche se drammi, come l'attacco di Manchester al concerto di Ariana Grande, ci hanno riportato a quello che è successo qui da noi”. Intanto per il 13 novembre, in occasione del secondo anniversario della strage, il presidente francese, Emmanuel Macron, ha deciso di toccare i luoghi simbolo di quella tragica notte e dopo aver osservato un minuto di silenzio allo Stade de France, passerà di fronte ai ristoranti in cui si scatenò la follia omicida dei terroristi e concluderà il suo tour proprio al Bataclan. Alla cerimonia potrebbe partecipare anche l'ex capo dello Stato, Francois Hollande, che due anni fa annunciò in diretta tv lo stato di emergenza nel Paese e la chiusura delle frontiere nazionali.

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