Battisti, la Corte Suprema rinvia la decisione sull’estradizione

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I giudici di Brasilia hanno posticipato il parere alla prossima settimana “per motivi processuali”. Intanto il Tribunale Supremo Federale di San Paolo ha deciso che l’ex terrorista può rimanere fuori dal carcere mantenendo le misure cautelari alternative

I giudici del Tribunale Supremo Federale brasiliano hanno deciso di rinviare alla prossima settimana l'esame del caso di Cesare Battisti e della sua estradizione in Italia, dove è stato condannato a quattro ergastoli. Intanto, a San Paolo, il Tribunale regionale federale della terza Regione ha deciso all'unanimità di mantenere le misure cautelari alternative al carcere per l’ex terrorista dei Proletari Armati per il Comunismo, che resta quindi in libertà. "Se pensassi di fuggire dal Brasile, costruirei qui una casa per viverci insieme alla mia famiglia?", ha detto Battisti in un'intervista a Brasil de Fato da Cananeia, dove ha stabilito la propria residenza.

La decisione della Corte Suprema

Il parere sull’estradizione della prima sezione della Corte suprema, con sede a Brasilia, era atteso per oggi, ma il giudice relatore del caso, Luiz Fux, ha deciso di ritirare l'argomento dall'ordine del giorno "per motivi processuali". Fux avrebbe in particolare trasformato la richiesta di esame dell'habeas corpus avanzata dai legali di Battisti in reclamacao (reclamo). Così facendo, è possibile che le parti in causa siano chiamate di nuovo a manifestarsi nel processo, lasciando per il momento indefinita una nuova data perché la Corte si pronunci sulla questione.

Permessi e cavigliera elettronica

I giudici di San Paolo hanno concesso l’habeas corpus all’ex terrorista dei Proletari Armati per il Comunismo (Pac), come richiesto dai suoi legali lo scorso 25 settembre quando il governo italiano ripresentò la richiesta di estradizione. Battisti, però, avrà sempre bisogno di un'autorizzazione per lasciare la città dove risiede e sarà sorvegliato anche, nel caso sia disponibile, con una cavigliera elettronica in grado di monitorare i suoi spostamenti. Secondo la difesa, la decisione "rappresenta un importante atto di legittimità".

Il precedente

Già lo scorso 7 ottobre il magistrato José Marcos Lunardell, dello stesso Tribunale Federale della Terza regione, aveva concesso la libertà all'ex terrorista, arrestato il 4 ottobre a Corrumba, alla frontiera con la Bolivia, a condizione che non lasciasse la zona di residenza senza autorizzazione e che si presentasse ogni mese davanti ai magistrati.

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