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Battisti, tribunale federale brasiliano ordina la scarcerazione

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Accolta la richiesta di habeas corpus avanzata dalla difesa. Il governo avrebbe però un piano per rispedire in Italia l’ex terrorista, condannato a 4 ergastoli

Mentre l'Italia preme per la sua estradizione, un giudice brasiliano ha concesso la libertà provvisoria a Cesare Battisti, l'ex terrorista di estrema sinistra che era stato arrestato il 4 ottobre a Corrumba, alla frontiera con la Bolivia, mentre cercava di lasciare il Brasile. Il magistrato José Marcos Lunardell del Tribunale Federale della Terza regione, a San Paolo, gli ha concesso la libertà provvisoria in cambio del suo impegno a presentarsi mensilmente in tribunale per dimostrare la sua residenza e a non lasciare la città in cui vive, San Paolo, senza l'autorizzazione del tribunale.

Ha lasciato il carcere

Nella notte tra il 6 e 7 ottobre (ora italiana) Battisti ha lasciato il commissariato di Corrumba, nel Mato Grosso do Sul, ed è rientrato nella sua casa sul litorale di San Paolo, dove risiede. L'ex terrorista dei Pac (Proletari Armati per il Comunismo) è stato arrestato nella città al confine con la Bolivia con l'accusa di esportazione di valuta (aveva con sé una somma eccedente i limiti brasiliani, 6mila dollari e 1.300 euro) e riciclaggio di denaro.

Poche ore prima, la difesa di Battisti aveva chiesto alla Corte Suprema di impedire una possibile decisione del governo brasiliano di estradarlo in Italia. La richiesta di estradizione non è stata ancora confermata ufficialmente dal governo brasiliano, ma le autorità italiane sono determinate a riportarlo in Italia e ad assicurarlo alla giustizia dopo 36 anni di latitanza tra Francia, Messico e Brasile. 

Latitante da 36 anni

L'ex terrorista è stato condannato in Italia a 4 ergastoli per altrettanti omicidi negli anni di piombo. E' arrivato in Brasile nel 2004 ed è stato arrestato tre anni dopo. L'Italia chiese la sua estradizione, accettata dalla Corte Suprema. Ma nell'ultimo giorno del suo mandato, il 31 dicembre 2010, il presidente Luiz Inacio lula da Silvia decise che Battisti doveva rimanere in Brasile e gli concesse lo status di rifugiato politico con un decreto confermato dalla Corte suprema che innescò una crisi diplomatica con l'Italia.

La strada dell'espulsione di Battisti è invece impraticabile perché ha un figlio brasiliano e la Costituzione lo proibisce. 

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