Il Brasile avrebbe un piano per riportare Cesare Battisti in Italia

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L’idea, scrive O Globo, sarebbe di imbarcarlo su un aereo della polizia federale da Corumbà con direzione Roma. L'Italia, però, dovrebbe impegnarsi ad applicare la pena massima prevista in Brasile per i delitti commessi dall’ex terrorista: 30 anni e non l’ergastolo

Il governo brasiliano avrebbe pronto un piano per riportare Cesare Battisti in Italia già nei prossimi giorni. È quanto sostiene il sito del quotidiano O Globo. L'idea, spiega il giornale, sarebbe quella di imbarcare l'ex terrorista su un aereo della polizia federale direttamente da Corumbà, con destinazione Roma. Battisti si trova nella città del Mato Grosso do Sul, in arresto da due giorni per sospetta evasione fiscale e riciclaggio di denaro.

Niente ergastolo in cambio dell’estradizione

L'esecutivo del presidente Michel Temer, scrive O Globo, starebbe tentando di risolvere le varie questioni legali per restituire Battisti all'Italia definitivamente. Tra gli ostacoli da superare ci sarebbe l'assenza di una dichiarazione formale in cui il governo italiano si impegni a rispettare le regole sulla detenzione penale. In base ai trattati di estradizione, infatti, le autorità di Roma devono vincolarsi ad assicurare all'imputato lo stesso regime di detenzione previsto dalle leggi brasiliane. Secondo O Globo, quindi, l'Italia dovrebbe impegnarsi ad applicare la pena massima prevista in Brasile per i delitti commessi da Battisti: 30 anni di carcere e non l’ergastolo a cui è stato condannato nel nostro Paese.

L’arresto di mercoledì a Corumbà

Battisti, 62 anni, è stato arrestato mercoledì scorso a Corumbà, alla frontiera tra Brasile e Bolivia. Le autorità brasiliane sono convinte che l'ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac), condannato in Italia in via definitiva all'ergastolo per quattro omicidi compiuti durante gli anni di piombo, stesse cercando di fuggire in Bolivia. Ne è convinto anche il giudice federale Odilon de Oliveira, che giovedì ha confermato l’arresto di Battisti per scongiurare il “pericolo di fuga”. Da Roma è subito ripartito il pressing per riportare l’uomo nel nostro Paese. “L'Italia è fortemente determinata a far sì che Battisti sconti la pena e la sconti nel nostro Paese”, ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando.

Il decreto Lula da aggirare

Battisti, invece, ha ostentato tranquillità e ha dichiarato di “non temere l'estradizione” perché “protetto” da un decreto dell'ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula. Il riferimento è al decreto emesso da Lula il 31 dicembre 2010, con il quale è stato concesso all’ex estremista di sinistra lo status di rifugiato politico e quindi un visto permanente in Brasile. Il nuovo governo brasiliano, però, avrebbe trovato il modo di aggirare il decreto Lula. In base a una delibera della Corte Suprema del 1969, infatti, “la pubblica amministrazione può annullare i propri atti” in presenza di un vizio oppure revocarli “per ragioni di convenienza o di opportunità”. Battisti fu arrestato a Rio de Janeiro nel 2007. Lula ha sempre respinto la richiesta di estradizione presentata da Roma, ma il vento potrebbe essere cambiato con l'insediamento del nuovo presidente Michel Temer.

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