La casa ad Alcanar, a 200 km da Barcellona, sarebbe il covo della cellula. Lì avrebbe progettato un attacco multiplo con furgoni-bomba, forse anche contro la Sagrada Familia, e confezionato ordigni. Ma qualcosa è andato storto e ha “ripiegato” sull’attacco nella Rambla
Sagrada Familia tra gli obiettivi?
Il piano iniziale, secondo la stampa spagnola, prevedeva di far esplodere un'autobomba sulla Rambla di Barcellona, una a Cambrils e una terza nella città di Vic. El Confidencial, invece, dà una versione diversa. Citando fonti vicine alle indagini, racconta che il progetto originario prevedeva che i tre furgoni carichi di esplosivo Tatp e bombole di gas distruggessero la Sagrada Familia, il celeberrimo tempio di Antoni Gaudì simbolo di Barcellona. Nella base di Alcanar, il gruppo avrebbe dovuto preparare le “enormi quantità” di Tapt che sarebbero state caricate sui tre furgoni noleggiati. L'obiettivo era “fare saltare in aria” l’edificio, visitato ogni giorno da migliaia di turisti. Un atto che avrebbe avuto un'onda d'urto enorme in tutto il mondo. Quando il covo è esploso, sempre secondo le fonti di El Confidencial, i preparativi erano nella fase conclusiva.
Il covo di Alcanar
Le varie versioni, comunque, concordano nell’indicare la casa di Alcanar come il covo della cellula terroristica. Il gruppo si sarebbe trasferito nella villetta abbandonata lo scorso giugno. Ai primi del mese, alcuni ragazzi si sarebbero presentati ai vicini dicendo di aver affittato la casa. In realtà non c’era nessun affitto: l’edificio era stato occupato. Testimoni hanno raccontato che i giovani, parlando con altre persone, alternavano spagnolo e francese. Pare, inoltre, che gli aspiranti terroristi non abbiano destato particolari sospetti, anzi sono stati descritti alla stampa come educati e non rumorosi. Qualche vicino ha solo ricordato che il 16 agosto li ha visti fare avanti e indietro da casa spesso con auto e moto.
L’esplosione che ha cambiato i piani
Il 16 agosto è il giorno in cui, intorno alle 23.37, la villetta è esplosa. Tra le macerie sono stati trovati un cadavere, un ferito e oltre 100 bombole di gas. In cantina, poi, è stato scoperto un deposito di sostanze chimiche. Tutto è diventato più chiaro il giorno successivo, dopo l’attentato sulla Rambla a Barcellona. A quel punto un’ipotesi ha preso sempre più corpo: i ragazzi, secondo gli investigatori, stavano confezionando delle bombe artigianali da mettere nei furgoni. Bombe con le quali colpire la Spagna e fare più morti possibili.
Trovate tracce di Tatp, la “madre di Satana”
Nel covo di Alcanar sarebbero state trovate tracce di acetone, perossido di idrogeno, 106 bombolette di butano e altro materiale per assemblare un ordigno. Ad avvalorare la tesi che nella villetta si stessero preparando bombe per un attentato jihadista c’è un elemento importante: tra le macerie sarebbe stata trovata la sostanza chimica chiamata Tatp, perossido di acetone. Questo potente esplosivo, soprannominato “madre di Satana”, è quello preferito dall’Isis, che l’ha usato anche per gli attacchi a Parigi nel novembre del 2015, a Bruxelles nel 2016, a Manchester lo scorso maggio e nel fallito attacco alla stazione centrale di Bruxelles a giugno. Il Tatp è un esplosivo artigianale che si ottiene mescolando acetone, acqua ossigenata e un acido che può essere solforico, cloridrico o nitrico in proporzioni precise. Tutti questi ingredienti sono facilmente acquistabili, ma devono essere maneggiati con attenzione. L’esplosione del 16 agosto, secondo chi indaga, sarebbe stata provocata dagli stessi presunti terroristi, che potrebbero aver compiuto una mossa sbagliata (probabilmente sbagliando le dosi) mentre confezionavano gli ordigni.