Incendio Londra, confermata la morte dei due ragazzi italiani

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La Grenfell Tower di Londra completamente annerita dall'incendio (Getty Images)
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La conferma dal legale della famiglia della ragazza. I dispersi sarebbero ancora più di 70.  Il comandante della Metropolitan Police: "Non ci aspettiamo superstiti" 

È arrivata l'ufficialità della morte di Gloria Trevisan e Marco Gottardi, i due giovani coinvolti a Londra nel rogo della Grenfell Tower. A dare la notizia l'avvocato della famiglia Trevisan, Maria Cristina Sandrin, contattato dalla Farnesina. "Chiediamo a questo punto che vengano spenti i microfoni e le telecamere su questa vicenda e che venga rispettato il dolore di queste due famiglie", ha dichiarato il legale. I due ragazzi abitavano al 23esimo piano del grattacielo che è andato distrutto nell'incendio divampato nella notte tra mercoledì 14 e giovedì 15 giugno. Entrambi architetti, si erano trasferiti a Londra da appena tre mesi per motivi di lavoro.

Il bilancio delle vittime

A quanto si apprende da fonti della Farnesina in relazione all'incendio della Grenfell Tower a Londra "per le autorità britanniche la lista dei dispersi è ormai divenuta la lista delle vittime".  I feriti tuttora ricoverati sono 20, diversi dei quali in gravi condizioni. Per la Bbc sono almeno 76 le persone contate come "disperse", precisando che nella cifra risultano compresi i 17 già conteggiati come morti sicuri. Ieri i pompieri avevano riferito di non aver più alcuna speranza di trovare sopravvissuti fra i resti carbonizzati del grattacielo.

Rimasto indietro nella fuga

Tra le vittime certe c'è Mohammed  Alhajali, rifugiato siriano di 23 anni. Alhajali, studente di ingegneria civile alla West London University, si trovava nel suo appartamento al 14esimo piano quando il fuoco è divampato all'interno del grattacielo residenziale di 24 piani a North Kensington. “Per favore, dì alla mamma di pregare per me”, sono state le sue ultime parole. A ripercorrere quei momenti sono i suoi due fratelli che, visibilmente commossi, raccontano di essere scappati dalle fiamme  e di essersi accorti solo in un secondo momento che Mohammed non era con loro.

“Mi sono girato e non l’ho più visto - dice Omar, il fratello maggiore – Gridavo 'dov'è mio fratello'? ma tutti mi ignoravano. Poi l’ho chiamato al telefono e gli ho chiesto dove fosse. Mi ha risposto che era all'interno dell'appartamento”.  Omar fa una pausa, poi riprende il suo racconto: “Gli ho chiesto: ‘perché non sei uscito? Ci hanno portato fuori, perché non sei venuto con noi?”.  Ma Mohammed ribatte: “Perché mi avete lasciato indietro? Io non sono uscito”. E’ a questo punto che Omar crolla davanti alle telecamere: era convinto che anche il fratello fosse stato trascinato fuori da quella trappola di fuoco, invece, “lo hanno lasciato indietro”.

Scappato all'inferno siriano

Mohammed Alhajali faceva parte del Syria Solidarity Campaign, organizzazione che promuove libertà, pace e democrazia in Siria. Il co-fondatore del movimento Abdulaziz Almashi intervistato da "The Independent", ha ricordato Mohammed sostenendo: "è sopravvissuto ad Assad, è sopravvissuto alla guerra, solo per rimanere ucciso in una torre di Londra". Nel corso della stessa intervista ha parlato un altro fratello della vittima: "Mi ha detto: 'Per favore, dì a mamma di pregare per me', e poi 'sei felice per la persona che sono? Per quello che sono diventato? Hai qualche problema con me?'. Gli ho risposto 'nessuno può avercela con te, Mohammed, hai un cuore talmente puro. Ce la farai, stai tranquillo. Poi ha iniziato a parlare sempre più piano, fino ad aggiungere 'Non ce la farò”.

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May promette 5 milioni di sterline

Il governo britannico, per rispondere alle crescenti proteste, ha promesso un primo fondo di 5 milioni di sterline per far fronte agli aiuti da destinare alle persone colpite dall'incendio che ha devastato la Grenfell Tower. L'annuncio è arrivato dalla premier Theresa May dopo una riunione interministeriale ad hoc. 

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