Il procuratore generale Usa ha risposto in Senato alle accuse lanciate dall’ex capo dell’Fbi James Comey, affermando di non aver mai avuto incontri privati sulle elezioni con l'ambasciatore di Mosca Sergei Kislyak: “Nulla di inappropriato”
"Non ho partecipato ad alcun incontro con i funzionari russi sulle elezioni presidenziali e non ricordo alcun incontro su questo tema con l'ambasciatore russo a Washington Sergei Kislyak". Si è difeso così il procuratore generale Usa Jeff Sessions, comparso davanti al Congresso per replicare alle accuse lanciate dall’ex capo dell’Fbi James Comey durante la sua testimonianza sul caso Russiagate.
“Una bugia odiosa”
Sessions, che secondo Comey avrebbe avuto un terzo incontro non dichiarato con Kislyak, ha detto che l’idea che "io sia colluso con la Russia" per "colpire questo Paese" è "una bugia odiosa e sconcertante". Il procuratore ha dichiarato di non aver avuto incontri privati sulle elezioni con funzionari russi al Myflowers e di aver avuto due soli meeting con l'ambasciatore russo, durante i quali "non c'è stato nulla di non appropriato".
La rabbia dei democratici
Il procuratore ha detto di non essere “a conoscenza di collusioni tra la Russia e la campagna elettorale di Donald Trump” e ha affermato con forza che nessuno dalla Casa Bianca gli ha mai chiesto di fare cose illegali, ma non ha voluto rispondere ai senatori che gli chiedevano se avesse mai parlato con il presidente Donald Trump sull'operato dell'ex direttore dell'Fbi, James Comey: "Sono conversazioni private", ha detto, provocando la razione dei democratici che lo hanno accusato di ostacolare le indagini.
Il caso Mueller
Sessions ha parlato anche di Robert Mueller, il procuratore speciale per il Russiagate, nominato dopo il licenziamento di James Comey dall'Fbi, che secondo la Cnn Donald Trump vorrebbe licenziare: "Non ho avuto alcuna interazione con Robert Mueller da quando è stato nominato". E ha aggiunto di aver fiducia in Mueller, ma di non sapere “se Trump abbia fiducia in Mueller”.