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Wikileaks, Chelsea Manning esce dal carcere: forse futuro da attivista

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Il soldato transgender, condannato nel 2013 per aver dato all’organizzazione di Julian Assange documenti segreti del Pentagono, ha ringraziato i suoi sostenitori. La scarcerazione grazie alla decisone di Barack Obama presa negli ultimi giorni della presidenza

È uscita dal carcere con 28 anni di anticipo rispetto alla condanna Chelsea Manning, l'ex analista informatico dell'esercito colpevole di aver passato a WikiLeaks centinaia di migliaia di documenti segreti del Pentagono. All’epoca all’anagrafe il suo nome era ancora Bradley, prima che nel 2013 dichiarasse di sentirsi una donna e di voler iniziare una terapia ormonale.

Manning resterà un militare

"I primi passi di libertà", è stata la prima cosa che Manning ha scritto su Twitter una volta uscito dalla prigione di Fort Leavenworth, in Kansas. Resterà un militare e anche se non riceverà uno stipendio, potrà comunque godere di alcuni benefit, come l'assicurazione sanitaria. Inoltre WikiLeaks ha creato un fondo per raccogliere i soldi che serviranno, almeno all’inizio, ad aiutarla.
 

I ringraziamenti ai sostenitori

L’ex analista, che potrebbe diventare un'attivista dei diritti dei transgender e probabilmente andrà a vivere in Maryland, si è detta ottimista per il suo futuro e ha ringraziato l'ampio movimento che negli anni l'ha sempre difesa dalle accuse di chi la ritiene una traditrice, uno tra tutti l’attuale presidente americano Donald Trump. Manning, che in passato aveva cercato di suicidarsi almeno due volte, ha spiegato che è stata proprio la vicinanza dei supporter ad aiutarla anche nei periodi più bui.

La decisione di Barack Obama

Chelsea Manning è uscita dalla prigione dopo sette anni invece che dopo 35 grazie alla decisione di Barack Obama, a lungo meditata e presa negli ultimi giorni della sua presidenza, di ridurgli la pena a sette anni. All’annuncio dell’ex presidente era seguita anche la promessa di Julian Assange: “Se Manning sarà graziato mi consegnerò agli Stati Uniti”. Il fondatore di WikiLeaks però non ha mantenuto la parola data, dicendo che la sua richiesta prevedeva la grazia e scarcerazione immediata dell’analista.

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