Trump, primi 100 giorni da presidente: "Prenderò decisione su clima"

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Ansa
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Il Tycoon, in Pennsylvania per celebrare la ricorrenza dell’insediamento, ricorda le promesse fatte: dalla lotta contro Isis a quella per frenare l’immigrazione. E attacca i media "falsi e disonesti"

Donald Trump ha celebrato i suoi primi 100 giorni da presidente ad Harrisburg, in Pennsylvania, davanti a una folla di supporter che sventolavano cartelli con la scritta “Make America great again”, ricordando lo slogan della campagna elettorale del 2016. E, proprio sui temi forti della sua corsa alla Casa Bianca, il Tycoon ha scelto di tornare per parlare ai suoi elettori.

Il muro con il Messico si farà

Trump ha garantito che verrà costruito il muro al confine con il Messico, e ha chiesto ai suoi elettori di “non preoccuparsi” di questo. Poi il presidente è passato alla questione terrorismo: "Terremo i terroristi legati al radicalismo islamico fuori dal nostro Paese", ha assicurato, per poi scagliarsi contro le cosiddette “città santuario”, come New York o Los Angeles, che hanno programmi di protezione per immigrati illegali e per rifugiati. 

"Presto grande decisione su accordo climatico"

Il presidente ha fatto promesse anche sulla questione climatica. "Presto sull'accordo di Parigi sul clima negoziato da Barack Obama prenderò una grande decisione”, ha anticipato alla folla riunita ad Harrisburg, a proposito dell'incontro tra i consiglieri del presidente americano previsto per martedì prossimo, per discutere l'eventuale ritiro degli Usa dall'intesa siglata in seno alle Nazioni Unite. 

La lotta contro i media 

Nei primi 100 giorni di Trump alla Casa Bianca è stato scontro tra il presidente e i media, accusati di fabbricare le “fake news” (false notizie). Il tycoon ha criticato nuovamente il mondo dell’informazione definendo i media una “disgrazia” e ribadendo che “la loro agenda non è la nostra agenda”. Trump, per segnare il suo distacco dai giornalisti, ha anche deciso di non partecipare alla cena dei corrispondenti alla Casa Bianca del 29 aprile. "La politica di Washington e i media sono stasera riuniti insieme ma il presidente non c'è. Ha preferito passare la serata con persone molto migliori", ha commentato il Tycoon. Ma il mondo dell'informazione non ha fatto attendere la propria replica: "Siamo qui stasera come sempre per celebrare la libertà di stampa e il buon giornalismo, non per celebrare la presidenza", ha affermato Jeff Mason, presidente dell'associazione dei corrispondenti della Casa Bianca, aprendo la tradizionale cena dei corrispondenti. "Come si può vedere la serata è sold out", ha proseguito Mason che ha poi aggiunto: "Non siamo fake news, e non siamo il nemico del popolo americano. Un attacco a noi è un attacco a tutti gli americani".

Trump: "Non sarò contento" con un altro test missilistico della Corea del Nord

Trump, in un’intervista alla Cbs, ha affrontato anche la questione dei test missilistici della Nord Corea. Se Pyongyang, ne effettuerà un altro dopo quello di fine aprile, Trump non sarà "contento” e, secondo il presidente Usa, non lo sarà nemmeno il presidente cinese.

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