Un minuto di silenzio per le vittime degli attentati terroristici che hanno colpito la capitale belga il 22 marzo 2016, provocati da una cellula islamista dell'Isis. All'aeroporto di Zaventem e nei pressi della stazione di Maelbeek persero la vita 32 persone. Oltre 320 i feriti. LA GALLERY - IL VIDEO
Il Belgio osserva un minuto di silenzio in ricordo delle vittime degli attentati terroristici di un anno fa. Gli attacchi all'aeroporto e alla metropolitana di Bruxelles, rivendicati dagli jihadisti dello Stato islamico, causarono 32 morti, tra cui un'Italiana. Per il timore di nuovi attentati l'allerta resta alta in tutto il Paese -
Gli attentati a Bruxelles
A presiedere la cerimonia di commemorazione il re Filippo del Belgio, che qui vediamo accompagnato dalla regina Mathilde all'aeroporto della capitale belga. Alle 7,58, orario dell'attentato, lo scalo si è fermato, è stato letto il nome dei morti e poi il re ha deposto una corona di fiori -
L'allarme dell'Fbi sui possibili attacchi di matrice islamista
Tra le autorità presenti allo scalo di Zaventem, fulcro degli attentati, anche il primo ministro Charles Michel. Un'altra commemorazione si è svolta alla fermata della metropolitana situata nel quartiere dove hanno sede molte istituzioni europee, a cominciare dalla Commissione -
L'aeroporto chiuso
A un anno di distanza, quindi, il calendario costringe i sopravvissuti agli attentati a fare i conti con un lutto che coincide con l’atto di terrorismo che ha fatto più vittime nella storia del Belgio. A Bruxelles inaugurato anche un monumento dedicato a tutte le vittime di atti terroristici -
Annullata marcia contro la paura a Bruxelles
Gli attentati si verificarono in mattinata: due le esplosioni all'aeroporto; una alla stazione di Maalbeek (o Maelbeek) alle 9,11. Tra le vittime anche una nostra connazionale, Patricia Rizzo, funzionaria Ue -
La conferma della Farnesina
A compiere gli attentati tre cittadini belgi affiliati allo Stato islamico. Le due esplosioni allo scalo si verificarono alla sala delle partenze: una nei pressi dei banchi di accettazione, l'altra vicino a una caffetteria -
Il Belgio, la culla dello jihadismo
Dopo l'attentato, lo scalo fu chiuso e tutti i voli vennero cancellati. Un terzo ordigno inesploso venne ritrovato poco dopo. L'esplosivo utilizzato, secondo gli inquirenti, era lo stesso degli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi -
Gli ordigni utilizzati
La terza esplosione avvenne sul vagone centrale di un convoglio della metropolitana che viaggiava tra le stazioni di Maalbeek e Schuman. Il governo belga istituì il più alto livello d'allerta nazionale -
L'attentato in metropolitana
La rivendicazione dell'Isis, attraverso l'agenzia di stampa Amaq, arrivò nel pomeriggio. L'8 aprile finì in manette Mohamed Abrini, presunto organizzatore degli attentati. Il 18 marzo, prima degli attacchi a Bruxelles, nel quartiere di Molenbeek era stato arrestato Salah Abdeslam, mente degli attentati di Parigi -
Le ammissioni di Abrini
Da quel 22 marzo 2016 la vita è cambiata a Bruxelles, dove i soldati e i mezzi dell’esercito che pattugliano le strade sono diventati parte della vita quotidiana -
Perquisizioni e arresti nella capitale belga
Le norme di sicurezza negli aeroporti e nei trasporti pubblici sono state radicalmente riviste, mentre in Europa si lavora per una cooperazione rafforzata tra servizi di sicurezza e forze di polizia -
Fiori e candele per le vittime