Siria, un anno di sangue e violenza. E la rivolta continua

Mondo

Il 15 marzo del 2011 il primo raduno di piazza a Damasco, lanciato via web sancisce l’inizio della rivolta al regime di Assad, che risponde con la forza. In dodici mesi si contano almeno 8 mila morti. Le tappe della crisi

Guarda anche:
Siria, l'Italia chiude l'ambasciata
L'attivista anti-Assad: "Ad Homs mancano acqua e luce"
Lo Speciale Mediterraneo di Sky.it
La primavera araba: tutte le foto

Almeno 8.000 morti secondo l'Onu, altre migliaia di feriti e arrestati, 30.000 profughi nei Paesi vicini sono il bilancio di un anno di violenze in Siria. Queste le principali tappe della crisi.

15 MARZO 2011: primo raduno di piazza a Damasco lanciato su Facebook per una Siria libera. Tre giorni dopo il regime reprime le manifestazioni nella capitale, a Daraa e a Banias. Il 23 si contano cento morti a Daraa, secondo l'opposizione. Il 30 il presidente Bashar al Assad denuncia una "cospirazione".
APRILE: il 14 viene annunciato un nuovo governo, il 21 viene revocato lo Stato d'emergenza. Ma le manifestazioni si diffondono in altre città e l'opposizione comincia a chiedere la caduta del regime, mentre si contano altre decine di morti nella repressione.
6 MAGGIO: l'Ue vara le prime sanzioni contro il regime.
30 LUGLIO: il colonnello dell'esercito Riad Al Asaad rende noto di avere disertato con "centinaia di soldati" e annuncia la costituzione dell'Esercito libero siriano (Els), che si batterà contro le forze governative. All'Els si uniscono nei mesi seguenti altre migliaia di disertori.
18 AGOSTO: il presidente americano Barack Obama e Catherine Ashton, Alto commissario dell'Ue per le relazioni esterne, chiedono ad Assad di lasciare il potere.
5 OTTOBRE: veto della Russia e della Cina a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che condanna il regime.
12 NOVEMBRE: la Lega Araba sospende la Siria.
11 GENNAIO 2012: muore a Homs, in un bombardamento a colpi di mortaio, il giornalista francese Gilles Jacquier, primo reporter occidentale ucciso dall'inizio della crisi.
4 FEBBRAIO: veto della Russia e della Cina a una seconda risoluzione del Consiglio di Sicurezza. Le forze governative cominciano un bombardamento sul quartiere di Bab Amro a Homs.
22 FEBBRAIO: a Bab Amro rimangono uccisi la giornalista americana del Sunday Times Marie Colvin e il fotografo francese Remi Ochlik. Rimangono feriti la reporter francese Edith Bouvier e il fotografo britannico Paul Conroy.
26 FEBBRAIO: un referendum popolare approva una nuova Costituzione, ma l'opposizione boicotta il voto.
1 MARZO: l'esercito governativo entra a Bab Amro dopo quattro settimane di bombardamenti.
10-11 MARZO: visita a Damasco dell'inviato dell'Onu e della Lega Araba Kofi Annan. Altri 150 morti nelle violenze.
13 MARZO: Damasco annuncia elezioni parlamentari per il 7 maggio. Per gli Usa è un'iniziativa "ridicola".
14 MARZO: le forze governative prendono il controllo della città nord-occidentale di Idlib dopo quattro giorni di bombardamenti e combattimenti con l'Els.

Mondo: I più letti

[an error occurred while processing this directive]