L’organizzazione, che sta combattendo contro il fallimento e le accuse di abusi sessuali, ha affermato che il rebranding fa parte di uno sforzo per essere più inclusivo e accogliere tutti i membri della gioventù americana
La parità di genere passa dal linguaggio. A dirlo è anche l’associazione Boy Scouts of America che ha annunciato che dal prossimo anno cambierà il nome in 'Scouting America' per sottolineare l’impegno a favore dell'inclusione. La novità entrerà in vigore l'8 febbraio 2025, giorno del 115mo anniversario dell'organizzazione. "Si tratta di un'evoluzione naturale volta a garantire che tutti i giovani americani si sentano accolti e riconosciuti", ha dichiarato Roger A. Krone, presidente e amministratore delegato dei Boy Scouts of America, sottolineando che il rebranding non cambierà la missione di preparare "i giovani a fare scelte etiche e morali in base ai principi scout. I valori dell'America sono valori di scouting".
Gli step verso l'inclusione
L’organizzazione aveva già eliminato la parola "ragazzo" dal suo programma omonimo nel 2018, dopo aver annunciato la sua intenzione di ammettere le ragazze. A quel tempo, i Boy Scouts of America annunciarono che le ragazze sarebbero state in grado di guadagnare il grado più alto di Eagle Scout.
Da allora, si legge in una nota dei BSA, l'organizzazione ha ammesso 176.000 ragazze nei suoi programmi e più di 6.000 di loro hanno guadagnato il grado di Eagle Scout.
Nel 2020, inoltre, l'organizzazione ha annunciato un badge di merito "diversità e inclusione" e ha reso il suo conseguimento un requisito per diventare un Eagle Scout. Solo undici anni fa, invece, nel 2012, l'associazione aveva posto fine alla sua politica di lunga data di vietare le attività ai giovani apertamente gay.
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Le accuse di abusi sessuali
A febbraio 2024 la Corte Suprema americana ha aperto la strada a un piano da 2,4 miliardi di dollari per risolvere le cause legali per abuso sessuale contro i Boy Scouts of America. L'accordo dei Boy Scout riguarda più 82 muila denunce di abusi sessuali infantili.
Paul Mones, avvocato di molti ragazzi e ragazze querelanti nei casi di abuso sessuale dei Boy Scout, ha definito il cambio di nome un tentativo da parte dell'organizzazione di cambiare la conversazione dalle accuse di abuso sessuale. "Questo è il mio istinto su quale sia lo scopo- ha detto Mones- Un'altra ragione per il rebranding è la diminuzione del numero dei membri dell'organizzazione".