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Khodorkovsky: le minacce nucleari di Putin servono per negoziare meglio la pace

Mondo
Michele Cagiano de Azevedo

Michele Cagiano de Azevedo

Il leader dell'opposizione russa a Sky Tg24 avverte: Putin vuole trattare da una posizione forte. Poi aggiunge: gli atti di sabotaggio in Europa sono già cominciati

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Il leader dell'opposizione russa e co-fondatore di Russian Anti-War Committee Mikhail Khodorkovsky analizza a Sky Tg24 il momento che sta attraversando il suo Paese in una lunga intervista che tocca molti temi, da Putin e la guerra in Ucraina alla fondazione di Open Russia. 

 

II 9 maggio ricorre la celebrazione della vittoria dell’Unione Sovietica contro il nazifascismo. Una giornata che da quando la Russia ha invaso l’Ucraina ha per i russi un duplice significato. Il presidente Putin, infatti, continua a definire l’invasione come un’operazione speciale “per denazificare l’Ucraina”. A che cosa punta ora Putin? Che messaggio vuole dare in patria?  

 

La propaganda di Putin utilizza diversi significati, tra cui quello che ha un gran valore per i cittadini russi della “giornata della vittoria” per legittimare il regime putiniano e per mostrare che la guerra in Ucraina ha l'obiettivo di denazificare il Paese e di combattere il nazismo. Ma chiaramente non è vero, perché l'unico obiettivo che ha Putin è quello di rafforzare il proprio potere e utilizza di tutto, utilizza perfino la morte di già 100mila persone. La utilizza per rafforzare il potere che ha all'interno della nazione. Ma chiaramente non è una vera lotta al nazismo, perché se fosse così dovrebbe iniziare dalla sua città, da Pietroburgo e da tante altre città della Russia, dove purtroppo la tendenza di tipo nazista si è infiltrata nel paese anche grazie alle politiche di Putin.

 

Intanto continuano gli attacchi sulle città ucraine, addirittura con esercitazioni nucleari a ridosso dei confini. Dal suo punto di vista, è venuto a mancare il sostegno dalla comunità internazionale? 

 

La minaccia nucleare di Putin inizia lì dove non è più sicuro della propria forza. È lì che Putin inizia a minacciare. E quindi oggi questa minaccia è presente perché sappiamo che gli Stati Uniti hanno approvato già il pacchetto di aiuti per l'Ucraina che gli permetterà di resistere per ancora un altro anno. Ciò vuol dire che per Putin sussiste una situazione strategicamente non definita. Perché pensiamo che Putin voglia iniziare delle trattative per arrivare anche al cessate il fuoco. Ma prima di poterle iniziare vuole essere forte e per questo inizia con minacce, per esempio di tipo nucleare, o con azioni di sabotaggio in Europa. Il suo scopo è quello di arrivare all'escalation per poter negoziare con una posizione più forte.

 

Secondo il “Financial Times” citando fonti di intelligence, la Russia starebbe preparando "violenti atti di sabotaggio in tutto il continente europeo", come attentati, incendi dolosi o danni alle infrastrutture - senza preoccuparsi di provocare vittime tra i civili. Uno scenario che porterebbe inevitabilmente all’escalation del conflitto e all’ipotesi di un allargamento di esso. Siamo veramente di fronte a una situazione del genere?

 

Putin ritiene che non stia combattendo contro l'Ucraina, ma contro la NATO e gli Stati Uniti. E adesso questa minaccia è arrivata anche in Europa, perché prima pensava che l'Europa non fosse capace di contrapporsi, ma dopo la guerra la sua opinione nei confronti dell'Europa è cambiata. Per questo adesso sta cercando di alzare la posta in gioco. Cerca di spaventare le linee politiche, di far pressioni sui politici europei per indebolire la loro posizione e utilizza delle tattiche puramente terroristiche. E Putin lo sta facendo non solamente in Ucraina ma anche in Europa, con questo atteggiamento appunto da terrorista. Utilizza in Europa le stesse risorse che utilizza sul campo di battaglia: risorse militari, usa i contatti che ha con dei membri delle organizzazioni criminali per svolgere azioni simili e per questo intraprende anche azioni di sabotaggio attraverso l'utilizzo dei social network che gli permettono di contattare le persone più radicali che poi utilizza per le azioni. Per questo è necessario affrontare una situazione del genere. E l'Europa non è la prima volta che vede una sfida simile. Credo anche l'Italia abbia avuto sfide simili, ma è sempre risultata vincitrice e ha saputo superarle.

 

In una intervista recente, lei ha detto che “quello di Putin è un regime illegittimo con cui si può negoziare soltanto da una posizione di forza”. In un momento del genere dunque non si deve negoziare?

 

Sì, credo inoltre che il regime di Putin non sia da considerare come un normale regime con un leader tipico del ventunesimo secolo. Al contrario, non possiamo operare con lui e comunicare con lui come faremmo con qualsiasi altro leader politico di altri paesi. Esso rappresenta un gruppo mafioso. Hanno preso il potere come un grande gruppo mafioso e sono riusciti a prendere il potere con la forza. Ciò poteva succedere anche in Italia, ma voi siete riusciti da italiani a vincere e a evitare questo problema della mafia, noi ancora no. Ma come si può comunicare? Come si possono affrontare dei colloqui o dei negoziati con la mafia? Se la mafia vede che c'è una forza da parte dell'opponente allora senz'altro sarà ben disposta a negoziare e a parlare, altrimenti non avrà la minimamente intenzione. Per questo credo che ci siano stati degli errori anche da parte dell'Unione europea, per esempio la partecipazione di alcune delegazioni nella giornata di ieri dell'Unione europea durante l'inaugurazione della Presidenza di Putin è stato un errore, perché in questo modo lui ha pensato che poteva superare qualsiasi situazione senza aver timore.

 

Lei ha recentemente sostenuto che “in Italia le risorse del Cremlino si sono infiltrate pesantemente” e che “ci sarebbero molti agenti al soldo del Cremlino” nel nostro Paese. Manca un mese alle elezioni europee, siamo in piena campagna elettorale. In altre occasioni si era parlato di influenze russe sugli esiti elettorali. Pensa che quelle che lei ha definito “risorse del Cremlino infiltrate in Italia” possano avere un impatto sulle elezioni europee?

 

Non credo che il Cremlino sia preoccupato per le elezioni europee che vedremo da qui a breve, ma senz'altro gli atti di sabotaggio sono già iniziati, forse non riguarderanno a stretto giro anche l'Italia, ma sappiamo che potrebbe capitare perché l'Italia ha partecipato alla confisca degli asset industriali russi. Inoltre, per quanto riguarda l'operato del Cremlino, noi sappiamo che l'intelligence ha un potere forte e si ritiene praticamente invincibile, per cui cercheranno di fare qualsiasi cosa. E vi riusciranno anche in Europa? Beh, io credo di no, ma comunque continueranno a provarci.

 

Nel 2001, ha fondato “Open Russia”, un’organizzazione con lo scopo di rafforzare la società civile e la libertà nel suo Paese. Poco dopo venne incarcerato, trasferito in campo di lavoro nell’Estremo Oriente russo e poi “graziato” da Putin, a condizione però che lasciasse il Paese.  Come può sopravvivere l’opposizione a Putin in Russia? Teme per la sua incolumità?

 

Al giorno d'oggi il regime di Putin è parzialmente cambiato perché è passato da un regime autoritario a una vera e propria dittatura. Io ho tantissimi colleghi, tra cui anche Vladimir Kara-Murza, che ha ricevuto il premio Pulitzer recentemente, che si trovano in carcere, ma pensi che c’è il 20% della popolazione russa che è disposta a dichiarare di essere contraria alla guerra e favorevole a restituire territori occupati all'Ucraina nonostante siano minacciati, per dire queste cose, da potenziali 15 anni di carcere. Eppure, non hanno paura e per questo la Federazione russa non può far nulla. Perché queste persone sono tante. Noi lavoriamo e spesso collaboriamo con queste persone. Lavoriamo anche con chi ha un'idea diversa dalla loro e con chi crede che non ci sia necessità di opporsi al regime. È vero che ci sono dei rischi, ma che dire? La nostra professione è in sé rischiosa, è questa la nostra vita.

 

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