Militari fermati, torna alta la tensione fra Italia e India

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Secondo fonti locali, il tribunale di Ernakulam avrebbe respinto la richiesta italiana di mandare propri periti alla perizia balistica nell’indagine che vede accusati i marò dell’omicidio di due indiani. Terzi: "Se non ci sono, non abbiamo garanzie"

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Si fa sempre più complessa la vicenda che vede coinvolto due marò italiani accusati dalla giustizia indiana di aver aperto il fuoco, uccidendoli, su alcuni pescatori. Secondo alcune indiscrezioni di una radio indiana, infatti, il tribunale della città di Ernakulam avrebbe respinto la richiesta italiana di mandare propri periti alla perizia balistica. Voci che erano state smentite inizialmente dal sottosegretario De Mistura, ma sulle quali è intervenuto anche il ministro degli Esteri Terzi.

"Se i nostri esperti non ci sono, non abbiamo garanzie. Queste continue novità sul piano procedurale e legale non sono assolutamente un segnale positivo" ha detto Terzi da Hanoi, seconda tappa del suo tour asiatico. "Se dopo l'istanza presentata oggi dai legali della difesa" dei marò italiani "la magistratura dovesse decidere l'esclusione dei nostri esperti dagli accertamenti balistici - ha aggiunto Terzi - ciò comprometterebbe quel percorso condiviso che il governo italiano ha chiesto sin dall'inizio e per cui, ancora ieri, nei miei incontri a Delhi ho avuto assicurazioni".

E su questo fronte tutta la Farnesina si muove compatta, come dimostra anche l'intervento del segretario generale Giampiero Massoli, che spiega come "abbiamo richiesto il pieno accesso dei nostri esperti affinche' siano presenti in tutte le fasi della procedura della perizia balistica sulle armi dei marò italiani". "Vogliamo essere presenti - ha aggiunto - a tutte le fasi dell'esame balistico, mentre c'e' stata concessa la presenza solo ad una parte di tali procedure".

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