Nella classifica del Global Gender Gap Index che “calcola” il divario di genere in termini di partecipazione economica e politica, salute e livello di istruzione, l’Italia si colloca al 79esimo posto nel mondo su 146 nazioni. Parte anche da qui l'analisi di Elisabetta Pieragostini in un saggio che viene presentato mercoledì 29 maggio a partire dalle 18:30 presso lo Spazio Lineapelle, in Piazza Giuseppe Tomasi di Lampedusa
“Non siamo mica uguali! Verso l’uguaglianza di genere” (Fall in Lov). Questo il titolo del primo saggio italiano interamente dedicato alle politicy contro il divario di genere nelle aziende, una guida agile e aggiornata riguardante i principali indicatori per un’impresa all’insegna di una parità concreta che raccoglie i contributi di diversi professionisti ed esperti. Per presentarlo al pubblico è in programma un evento dedicato, in calendario mercoledì 29 maggio a partire dalle 18:30 presso lo Spazio Lineapelle, in Piazza Giuseppe Tomasi di Lampedusa a Milano). Ad intervenire ci saranno il giornalista Matteo Osso, l’avvocato Ester Viola insieme all’autrice, Elisabetta Pieragostini.
La posizione dell’Italia nella classifica del Global Gender Gap Index
Il saggio parte da un dato, in particolare. Nella classifica del Global Gender Gap Index che “calcola” il divario di genere in termini di partecipazione economica e politica, salute e livello di istruzione, l’Italia si colloca al 79esimo posto nel mondo su 146 nazioni. Considerando, invece, solamente il contesto europeo, il nostro Paese si attesta alla 25esima posizione su 35 con punteggi non del tutto incoraggianti. Dunque, nell’ambito delle opportunità professionali e all’interno dei più diversi contesti lavorativi, la forbice tra i due sessi tende ad aumentare sempre di più, specie in virtù di evidenti distinzioni salariali, della differente tutela del ruolo genitoriale e fino all’accesso iniquo al welfare. In tutti i settori economici, in sostanza, le donne non godono ancora di un’effettiva equità di trattamento rispetto ai propri colleghi uomini. E questo nonostante si stiano adottando policy in controtendenza rispetto alla situazione, merito soprattutto di nuove linee comunitarie e ministeriali per la certificazione Uni 125:2022 riguardante la gender equality nei luoghi di lavoro.
Le parole dell’autrice
L'autrice del saggio, Elisabetta Pieragostini, imprenditrice e scrittrice, si spende ormai da tempo per favorire un modello d’impresa umano-centrico orientato ad uno sviluppo al servizio degli individui e avanzato sul fronte della transizione ecologica e della responsabilità sociale. “La mia opera”, racconta l’autrice, “prova ad offrire un compito culturale nuovo alle aziende per sottrarle alla loro identificazione esclusiva con il profitto”. Inoltre, sottolinea, a “stabilire legami con il circostante, relazionarsi con le comunità dei territori in cui operano, formare e crescere figure professionali, contribuire all’elaborazione di identità collettive, promuovere relazioni paritarie. Tutte funzioni altrettanto vitali di una qualsivoglia traiettoria d’impresa che misurano la capacità di un’organizzazione economica di realizzare l’umano e la sua dignità”.