Dal 30 settembre fino all’8 di ottobre, la chiglia di una nave rovesciata, circondata da 368 crisantemi e braccia che emergono, ricorderà la strage di Lampedusa nel decennale della tragedia, affiorando dall'acqua della Darsena di Milano. Persero la vita 368 persone
Questa mattina a Milano una grande installazione artistica è comparsa in Darsena per ricordare le vittime del naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013. Da oggi fino all’8 di ottobre infatti, la chiglia di una nave rovesciata, circondata da 368 crisantemi e braccia che emergono, ricorderà la strage di Lampedusa nel decennale della tragedia, affiorando dall'acqua della Darsena di Milano. Si tratta un’opera artistica voluta dal Municipio 6 di Milano per commemorare, la morte in mare di 368 migranti e l'istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione.
Il senso dell'opera
L'opera sarà inaugurata alle ore 15.30, nei pressi dell'Associazione Marinai d'Italia, alla presenza di rappresentanti istituzionali e del terzo settore, tra cui spicca quello di Don Gino Rigoldi che ha più volte, con coraggio, preso posizione sul tema dei migranti e delle morti in mare. L’installazione, prodotta e realizzata dalla società Kineticvibe con il contributo dell’artista italo-argentino Emiliano Rubinacci, l’ArtDirector Beppe “Treccia” Iavicoli , il designer Matteo Rossi ed il contributo calligrafico di Giuseppe Gep Caserta, racconta l’inarrestabile forza del mare, le speranze distrutte di chi prova a raggiungere questa parte del mondo, le vite distrutte di chi non ce la fa. Mani di adulti e bambini che chiedono aiuto a tutti noi e che si aggrappano alla possibilità di una vita migliore. L’iniziativa ha un duplice obiettivo: la commemorazione a dieci anni dal triste avvenimento e la sensibilizzazione dei cittadini e delle cittadine sul tema delle morti in mare e delle migrazioni. Mira, infatti ad “avvicinare” e a “far toccare con mano” la tragedia. La Giunta del Municipio 6 ha deciso, in questo periodo particolarmente intenso per quanto riguarda gli sbarchi nell’isola, di assumere una posizione di vicinanza a chi rischia la vita per fuggire da condizioni di povertà.
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Cosa accadde il 3 ottobre 2013
Il 3 ottobre del 2013 un'imbarcazione libica usata per il trasporto di migranti naufragò a poche miglia dal porto di Lampedusa provocando 368 morti accertati e circa 20 dispersi presunti, numeri che la pongono come una delle più gravi catastrofi marittime nel Mediterraneo dall'inizio del XXI secolo. I superstiti salvati sono stati 155, di cui 41 minori (uno solo accompagnato dalla famiglia). L'imbarcazione era un peschereccio lungo circa 66 piedi (20 metri), salpato dal porto libico di Misurata il 1º ottobre 2013, con a bordo migranti di origine eritrea ed etiope. La barca era giunta a circa mezzo miglio dalle coste lampedusane quando i motori si bloccarono, poco lontano dall'Isola dei Conigli. Per attirare l'attenzione delle navi che passavano, l'assistente del capitano agitò uno straccio infuocato producendo molto fumo. Questo spaventò parte dei passeggeri, i quali si spostarono da un lato dell'imbarcazione stracolma, portandola a roversciarsi. La barca girò su sé stessa tre volte prima di colare a picco. Alle 7:00 circa locali alcune imbarcazioni civili e pescherecci locali notarono i naufraghi e diedero l'allarme caricando la maggior parte dei superstiti a bordo; numerosi dubbi, in seguito a testimonianze, vi sono in merito ai tempi di arrivo dei soccorsi da parte della Guardia costiera che apparentemente ha impiegato quasi un'ora per raggiungere il luogo del naufragio.