Qatargate, rinviata udienza su consegna al Belgio della figlia di Panzeri

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Ieri invece la Corte d'Appello di Brescia ha dato il via libera alla consegna alle autorità belghe di Maria Dolores Colleoni, 67 anni, moglie dell'ex europarlamentare. Per la donna, secondo i giudici, "sussistono gravi indizi di colpevolezza"

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È stata rinviata al 3 gennaio l'udienza che si tiene davanti alla Corte d'appello di Brescia per valutare la richiesta di consegna al Belgio di Silvia Panzeri, figlia dell'ex eurodeputato Antonio Panzeri. (LE TANGENTI)

Verifiche su carceri in Belgio

I giudici bresciani hanno accolto l'istanza della difesa di accertare le condizioni delle carceri in Belgio. Ieri la stessa richiesta non era stata accolta per la moglie di Panzeri: la Corte d'Appello di Brescia ha infatti dato il via libera alla consegna alle autorità belghe di Maria Dolores Colleoni, 67 anni, moglie dell'ex europarlamentare Panzeri accogliendo così la richiesta del mandato d'arresto europeo firmato dal giudice di Bruxelles, Michel Claise, titolare dell'inchiesta denominata Qatargate. La donna, arrestata come il marito, la figlia Silvia e altre persone, è accusata di concorso in associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio e si trova ai domiciliari.

La richiesta dei difensori di Silvia Panzeri si è basata su un report del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) da cui sono emersi "una serie di problemi persistenti nelle carceri belghe, tra cui il sovraffollamento di lunga data e la carenza di personale". Il resoconto, come ha spiegato l'avvocato Angelo De Riso con il collega Nicola Colli, risale allo scorso novembre ed è stato pubblicato sul sito del Consiglio D'Europa. E' stato redatto in seguito a una visita da parte di una delegazione nelle carceri di Anversa, Lantin, St-Gilles e Ypres, durante la quale è venuto a galla che "la violenza tra i detenuti è stato un problema ricorrente negli istituti visitati".

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Colleoni, per i giudici “sussistono gravi indizi di colpevolezza"

"Sussistono gravi indizi di colpevolezza", hanno invece scritto i giudici della Corte d'Appello di Brescia nel provvedimento con cui ieri è stata disposta la consegna al Belgio di Colleoni. Il collegio ha rigettato la richiesta della difesa di verificare il trattamento carcerario belga spiegando che "non sono stati addotti gravi e persistenti problemi di malfunzionamento del sistema penitenziario".

La premessa del provvedimento emesso ieri è "che la valutazione sul punto affidato all'autorità giudiziaria italiana dev'essere circoscritta a verificare che il mandato emesso all'estero per il suo contenuto intrinseco e per gli altri elementi raccolti in sede investigativa e processuale sia fondato su compendio indiziario ritenuto dall'autorità giudiziaria emittente seriamente evocativo di un fatto reale". La Corte, oltre a ritenere che "non esistono condizioni ostative", ha replicato alle eccezioni sollevate dalla difesa: riguardo a quella di una eventuale doppia inchiesta spiegando che " non ci sono indagini in corso in Italia" mentre in relazione all'ipotesi di violazione diritti umani ha sottolineato che si tratta di "valutazioni autonome dell'autorità belga (in cui c'è un ordinamento che garantisce comunque doppio grado di giudizio su tutti gli estremi)" e che Colleoni, che nelle sue dichiarazioni spontanee ha respinto ogni addebito, avrà la possibilità in quella sede di far valere le sue questioni.

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