La vicenda riguarda il rapimento del piccolo avvenuto nel settembre dello scorso anno
La Procura di Pavia ha chiesto il rinvio a giudizio di Shmuel Peleg, nonno di Eitan, il bambino unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, e Abutbul Gabriel Alon, che del nonno era l'autista. Entrambi sono accusati di sequestro aggravato di minore, sottrazione di minore all'estero e appropriazione indebita. La vicenda riguarda il rapimento del piccolo avvenuto nel settembre dello scorso anno.
Il rinvio a giudizio
A chiedere il rinvio a giudizio è stata la pm Valentina De Stefano della procura di Pavia, guidata da Fabio Napoleone, la quale ha stralciato la posizione della nonna Esther Cohen, ex moglie di Peleg, per la quale si profila una archiviazione. Secondo l'atto di chiusura dell'inchiesta notificato a luglio, l'11 settembre 2021 Peleg e l'autista hanno portato via il piccolo, che aveva sei anni, "prelevandolo dal domicilio stabilito dall'Autorità giudiziaria italiana", a Travacò Siccomario (Pavia), "sottraendolo alla tutrice" Aya Biran, zia paterna, "nominata con decreto del 26 maggio 2021" dal giudice di Torino. E l'hanno fatto con un "piano premeditato e organizzato" privando il minore della "libertà personale" e portandolo in Israele, con un volo privato da Lugano, "contro la volontà della persona che ne aveva la custodia". Da qui la contestazione di sequestro di persona aggravato, perché su minore. Peleg e Alon hanno sempre respinto le accuse. "Pensavo di avere diritto di poter stare con mio nipote, di aver fatto una cosa lecita", è la convinzione del nonno. "Il piccolo è sempre stato bene con me, - ha aggiunto - non l'ho mai nascosto".
Le accuse
Dopo una battaglia giudiziaria a Tel Aviv i giudici israeliani hanno disposto il rientro del bimbo in Italia. Peleg, difeso da Paolo Sevesi e Sara Carsaniga, e Abutbul, difeso da Francesco Isolabella e Cataldo Intrieri, sono anche accusati di sottrazione e trattenimento di minore all'estero e di essersi appropriati del passaporto israeliano del bimbo, "senza restituirlo" a quella che era la tutrice, ossia la zia Aya, "entro il termine" del 30 agosto 2021, come aveva stabilito il giudice di Pavia. Sia Peleg che Alon, nei cui confronti era stata firmata un'ordinanza di custodia cautelare, si sono presentati in Tribunale per l'interrogatorio di garanzia - il primo lo scorso 7 settembre, l'altro qualche mese fa -, al termine del quale il gip ha sostituito la custodia cautelare in carcere con il divieto di dimora a Milano, Varese e la stessa Pavia, i luoghi di Eitan, ora collocato presso gli zii paterni, e il divieto di avvicinamento. Dopo l'interrogatorio, il nonno e il suo presunto complice sono rientrati il primo a Tel Aviv e l'altro a Cipro, da dove ha poi raggiunto la famiglia in Israele.
Nel 2024 la funivia potrebbe riaprire
Mentre la vicenda di Eitan, sopravvissuto all'incidente del Mottarone in cui hanno perso la vita mamma, papà, fratello e bisnonni, segna un punto fermo, il sindaco di Stresa Marcella Severino, e il professor Angelo Miglietta, consulente per la ricostruzione della funivia nominato dal Ministero del Turismo, stamane, in un incontro hanno annunciato che nella prima metà del 2024 potrebbe riaprire l'impianto. Inizialmente collegherà la cima del Mottarone con Stresa, ma non si esclude che in un futuro il collegamento possa essere ampliato anche al lago d'Orta, verso cui affaccia il versante occidentale del monte.