Milano, chiusa l'inchiesta sull'incendio della Torre dei Moro. Pm: “Scenari inquietanti”

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Sono 18 gli indagati. Il procuratore e l’aggiunto in una nota scrivono che l’indagine “ha disvelato scenari inquietanti e al contempo istruttivi che devono servire da monito”

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L'indagine sul maxi rogo della Torre dei Moro dell'agosto 2021 (LE FOTOIL PROGETTO DI RICOSTRUZIONE) "nel suo complesso ha disvelato scenari inquietanti, e al contempo istruttivi e che devono servire da monito, su violazioni delle normative sulla sicurezza dei prodotti e su pratiche elusive per il conseguimento di certificazioni e omologazioni, adottati da produttori, distributori e presso istituti di certificazione". Lo scrivono il procuratore di Milano Marcello Viola e l'aggiunto Tiziana Siciliano in una nota dove danno conto della chiusura dell'inchiesta a carico di 18 persone.

Gli indagati

Tra i 18 indagati per disastro colposo figurano Roberto Moro, amministratore unico di Moro Costruzioni, general contractor dell'insediamento edilizio, tre responsabili della società committente, Polo srl, un incaricato alle vendite degli appartamenti, il direttore dei lavori e il responsabile tecnico del cantiere. E ancora un dirigente e un funzionario dei vigili del fuoco che diedero il "parere favorevole" con cui la Polo ottenne "il certificato prevenzione incendi". Sei responsabili di Zambonini spa, che si occupò dei lavori di rivestimento delle facciate, e l'amministratore della ditta che commercializzava in Italia i pannelli Larson prodotti dalla società spagnola Alucoil, che conta tra gli indagati il legale rappresentante e un export manager.

L'atto di chiusura indagine

Nelle 27 pagine dell'atto di chiusura indagine, piene di dettagli basati su una maxi consulenza, la procura vaglia posizione per posizione e parla di "un crescendo di malafede", soprattutto dei responsabili di Zambonini, Polo e Moro Costruzioni, per "continuare ad occultare la vera identità e scarsa qualità dei pannelli installati". I condomini, si legge, già da anni lamentavano "l'annerimento dei pannelli". Il rogo divampò per un caso fortuito, forse una sigaretta gettata da un balcone e sfruttò pure "l'effetto camino" delle facciate "a vela".

La nota della procura

Oggi, scrive la procura, "gli esiti delle indagini sono stati già comunicati a 15 dei 18 attuali indagati", tra "costruttori-commissionari della costruzione, committenti dell'opera, venditori degli appartamenti, tecnici incaricati dai costruttori, produttori, distributori e installatori dei materiali andati a fuoco, autori del certificato antincendio rilasciato per il palazzo nel 2011", quando venne costruita la Torre. Tutti accusati "di disastro colposo" per aver "concorso ai vizi di progettazione e di realizzazione degli esterni della costruzione e alla scelta dei pannelli di rivestimento delle vele del palazzo, responsabili dell'incontrollabile propagazione dell'incendio". L'episodio, si legge ancora, "costituisce un caso di particolare gravità, dalle molteplici, complesse implicazioni". È emerso che "materiali identici e stesse tecniche di messa in opera, che trasformavano il palazzo di Milano in una torcia, sono utilizzati in Italia e in altri paesi per le facciate di svariati edifici pubblici e civili". La tragedia del 2017 della Grenfell Tower di Londra, ricordano ancora Viola e Siciliano, come era già venuto a galla, "fu dovuta ai rivestimenti della facciata con pannelli ACP (Aluminium Composite Panel) identici a quelli della torre di via Antonini a Milano, imbottiti di polietilene, montati in sospensione col vuoto retrostante, con decine di camini verticali, di altezze anche superiori ai 54 metri, a contatto con gli stessi pannelli altamente combustibili".

Pm: "Pannelli infiammabili per risparmiare"

Alcuni indagati dell'inchiesta milanese sul maxi rogo della Torre dei Moro dell'agosto 2021, come i responsabili della società che si occupò dei lavori di rivestimento delle facciate, erano stati informati che quei pannelli "Larson Pe" erano fatti di "un materiale combustibile", che "non si deve usare in nessun edificio". Vennero scelti, però, anche perché, come emerge dagli atti della chiusura dell'indagine e in particolare da alcune mail, altri pannelli avevano "un extracosto" di "0,95 euro al metro quadro".

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