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'Ndrangheta, azzerata cosca figlio boss Comasina: 13 fermi. Tra questi ex Isola dei Famosi

Lombardia
©Ansa

L'operazione coordinata dalla dda milanese ha portato anche al sequestro di due attività imprenditoriali e mitragliatori da guerra

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Con il fermo di 13 persone in corso da stamane da parte dei finanzieri dei Comandi Provinciali di Pavia e Milano, unitamente a militari dello S.C.I.C.O. di Roma, è stata azzerata una associazione per delinquere dedita al traffico di cocaina, hashish e marijuana e all'intestazione fittizia di beni, con al vertice Davide Flachi, il figlio dello storico esponente della 'ndrangheta Pepè Flachi, soprannominato il boss della Comasina, morto lo scorso gennaio. Nel decreto di fermo a Flachi vengono contestati diversi reati, tra cui il traffico di droga, e con l'aggravante del metodo mafioso (non ha in questa indagine la contestazione di associazione mafiosa, per cui è stato già condannato in passato). 

Le indagini

Tra i 13 destinatari del provvedimento di fermo, c'è anche Franco Terlizzi (CHI È), ex pugile e pr dell'Hollywood, passato alla ribalta delle cronache per aver partecipato negli scorsi anni all'Isola dei Famosi. Terlizzi, secondo gli accertamenti, sarebbe uno dei prestanome di Davide Flachi. Inoltre, da quanto risulta, i 13 fermi rappresentano l'epilogo di una complessa inchiesta, chiamata "Metropoli - Hidden Economy", che ha permesso di ricostruire i flussi di danaro e rilevare come una carrozzeria, utilizzata dagli indagati anche per la riparazione di auto in danno di istituti assicurativi, e un negozio di articoli sportivi, entrambi sequestrati, della provincia di Milano e formalmente intestati a terzi, fossero in realtà riconducibili all'indagato principale, ossia Davide Flachi. Le indagini hanno portato a individuare le rotte dello stupefacente, con sequestri effettuati anche in Svizzera, estorsioni nei confronti dei clienti morosi e un traffico di armi anche da guerra, quali mitragliatori Kalashnikov riforniti da cellule calabresi e balcaniche.

La posizione dell'ex concorrente dell'Isola dei Famosi

Terlizzi è stato fermato con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata ad una serie di truffe assicurative su finti incidenti di auto e anche di trasferimento fraudolento di valori. In particolare, come si legge negli atti, avrebbe procacciato i "clienti" per la maggior parte delle frodi assicurative messe a segno da un gruppo capeggiato da Davide Flachi, figlio del boss della 'ndrangheta della Comasina, titolare di fatto della Carrozzeria Nuova Milano srl, sequestrata nel blitz di oggi, con sede a Milano e attività a Cormano, nel Milanese. E intestata fittiziamente, secondo l'accusa, a Terlizzi. Secondo il provvedimento di fermo (che dovrà essere convalidato da un gip), firmato dai pm di Milano Gianluca Prisco, Francesco De Tommasi e dal pm di Pavia Andrea Zanoncelli ed eseguito dalla Gdf di Milano e Pavia, l'ex pugile si sarebbe occupato "della stipula degli atti giuridici della società" di cui avrebbe fatto da 'prestanome' e avrebbe preso parte con Flachi (anche accusato di associazione mafiosa) ed altri "alle discussioni su tematiche relative alla gestione della carrozzeria e del personale". Carrozzeria che sarebbe stata intestata a Terlizzi perché Flachi temeva, secondo gli inquirenti, che gli sarebbe stata sequestrata come misura di prevenzione dai magistrati. E Terlizzi, si legge sempre nel decreto di fermo, si sarebbe speso pure per "agevolare le denunce dei clienti presso la stazione dei Carabinieri di Affori" sui finti incidenti. E per questo avrebbe avuto rapporti con Cosimo Caputo, ex appartenente all'Arma dei Carabinieri e tra i 13 fermati nell'inchiesta. Terlizzi, infine, si sarebbe messo d'accordo coi periti "conniventi pronti ad agevolare le truffe sulle assicurazioni".

Flachi a Terlizzi: "Tu sei in piedi grazie a me"

"Se tu sei in piedi è grazie a me ma lo vuoi capire (...) qua se non ci sono io la baracca qua chiude (...) ti ho portato due lavori che ti faccio stare in piedi solo con quei due lavori". Con questi toni Davide Flachi, si rivolgeva, intercettato nell'ottobre 2021, a Terlizzi. "Tu non fai un caz.. e prendi il grano ma ti rendi conto Franco?", gli diceva Flachi. E Terlizzi: "Io non faccio, perché tu che stai facendo? Tu devi dire grazie a me". Flachi: "Se tu sei in piedi è grazie a me ma lo vuoi capire". E l'ex pugile: "Coi sinistri guadagniamo (...) 70mila euro ce lo siamo portati a casa". Terlizzi, a cui il presunto boss avrebbe intestato la sua carrozzeria, assieme a Flachi ed altri è accusato di aver messo a segno una serie di frodi sulle assicurazioni sugli incidenti d'auto. Terlizzi, scrivono i pm nelle oltre 400 pagine del decreto di fermo, avrebbe percepito "lo stipendio in qualità di amministratore" della carrozzeria. I pm Prisco, De Tommasi e Zanoncelli tra le esigenze cautelari per il fermo, eseguito dalla Gdf, segnalano i rapporti del gruppo "con appartenenti alle forze dell'ordine infedeli". Gli indagati hanno, infatti, "la possibilità di procurarsi continue informazioni sullo stato dell'indagine" e "in tale contesto si inserisce" anche la figura di "un ispettore in servizio presso la Dia di Milano che ha fornito diverse informazioni".

Due indagati: "Franco è la testa di legno"

In un'intercettazione del gennaio 2021 tra Massimo Molteni e Carlo Alberto Buggio, due dei fermati, il primo così parlava di Terlizzi: "Franco da quello che ho capito è la testa di legno... quello a cui intestano la ditta". Terlizzi, scrivono i pm, oltre a fare e chiedere "favori" ai "clienti" delle presunte truffe assicurative, è quello che intrattiene rapporti con l'ex carabiniere Cosimo Caputo (non è tra i 13 fermati nell'inchiesta). In un'intercettazione del settembre 2021 l'ex pugile gli dice: "Sono con l'ex moglie di Massimo Oddo (non coinvolta nell'indagine, ndr) sai l'ex del Milan, che deve fare una denuncia perché gli hanno rigato tutta la macchina. Puoi venire tu, mi fai un piacere enorme?". E si occupa, poi, dei rapporti coi periti 'compiacenti'. "Quando sappiamo chi è il perito poi ci regoliamo", dice ancora intercettato. Gran parte dei ricavi della carrozzeria riconducibile a Flachi, spiegano i pm, ossia circa il 60% "derivano dai bonifici accreditati dalle compagnie assicurative per i lavori di riparazione di auto-motoveicoli a seguito di danneggiamento per atti vandalici".

Terlizzi: "Con Flachi solo rapporti professionali"

"Non posso negare di conoscere Davide Flachi, ma con lui ho solo avuto rapporti professionali e commerciali. Non ho mai avuto a che fare con le ipotetiche truffe e i traffici di droga contestati". Sono in sintesi le parole di Franco Terlizzi, riferite dal suo difensore, Antonino Crea. Durante il colloquio legale e assistito hanno concordato la linea da tenere in vista dell'interrogatorio del gip. "Terlizzi - ha detto l'avvocato - chiarirà la sua posizione e intende collaborare con la magistratura". L'ex 'naufrago' e ex pr dell' Hollywood di corso Como "è stato tradotto nel carcere di Monza", ha riferito il legale aggiungendo che oggi le perquisizioni alla carrozzeria di Cormano, avvenute anche con i cani antidroga, hanno dato esito negativo.

Le intercettazioni su Flachi: "Il gigante picchia duro"

"Il gigante è messo bene ha delle belle amicizie... è uno che si fa valere... già ai tempi lo avevano arrestato perché era con suo padre (Pepè), gli hanno dato l'associazione perché prendevano le tangenti in tutta Milano. Lui piccolino (di statura) però picchia di brutto (...) e poi essendo il figlio di eh, la gente aveva paura". A descrivere Davide Flachi mostrando di essere ben informato sulla sua "caratura criminale" è Antonino Chirico, uno dei 13 fermati assieme allo stesso figlio del boss della Comasina. L'intercettazione ambientale, all'interno di un'auto, in cui Chirico parla della "scalata" di Davide Flachi risale al luglio dell'anno scorso ed è riportata negli atti dell'indagine coordinata dai pm milanesi Gianluca Prisco e Francesco De Tommasi e dal collega di Pavia Andrea Zanoncelli. Emblematica del riconoscimento del ruolo "decisorio" rivestito dal figlio del boss scomparso lo scorso gennaio è la definizione "il gigante". Sintomatica della posizione di vertice di Davide Flachi è anche una conversazione del novembre 2020 in cui sempre Chirico afferma: "Prima lo rispettavano per il padre ora per lui stesso".

Pm: "Flachi consapevole di comandare a Comasina"

"È già tanto che entri ancora in Comasina ad abitare, hai capito? (...) ti piglio la testa e te la faccio volare pezzo di me... (...) metti le mani in tasca e pensi di farmi il lavoro a me. Io il lavoro lo faccio io a te e a tutta la tua settima generazione (...) vattene a lavorare e chiudi tutti i discorsi, tutti!". Flachi e figlio di Pepè Flachi (morto a gennaio) si sarebbe rivolto a Davide Volpe, 33 anni, e anche lui tra i 13 fermati nell'inchiesta milanese con al centro traffici di droga, "detenzione di armi" ed "estorsioni con azioni intimidatorie". Di Flachi, come emerge da un'intercettazione del 2020, Antonino Chirico, un altro dei fermati, dice: "Quando uno è potente così la gente non esce di casa, ha paura ... ma non di lui del gruppo ... del nostro gruppo". Flachi, sulle orme del padre, come scrivono i pm, "è ben consapevole che è lui che comanda a Comasina". Il "confronto" con Volpe, come risulta da un'intercettazione captata nella carrozzeria di Cormano (sequestrata dalla Gdf), era terminato con un pestaggio da parte del presunto boss. "Ti brucio insieme a tutta la palazzina che hai qua dentro", è un'altra delle frasi intimidatorie pronunciate da Flachi che puntava ad acquistare un terreno, come si legge negli atti della procura.

L'alleanza tra il boss e Franco Coco Trovato

Il riconoscimento dell'"elevata caratura" di Davide Flachi deriva dalla storica alleanza tra Franco Coco Trovato, 'ndranghetista del lecchese, e Giuseppe Flachi, che risale all'estate del 1986 e dura fino agli anni '90. Le due famiglie si erano spartite il territorio ai fini delle loro attività illecite, ossia il traffico di stupefacenti e armi e per commettere estorsioni. Il teatro di riferimento è la Comasina, terreno dei Flachi e dove gli indagati si muovono. Negli anni della sua carcerazione, Pepè Flachi, ricostruiscono i pm, continuava a dirigere l'organizzazione, anche attraverso i colloqui con il figlio, al quale avrebbe affidato "precisi compiti (...) quale collettore con gli esponenti degli altri gruppi criminali".Da allora avrebbe cominciato a "prendere forma la figura criminale" di Davide Flachi.

Il "libro mastro"

Dalle intercettazioni emerge anche una sorta di "libro mastro" su cui sarebbero stati annotati gli importi delle "ingenti" somme da recuperare per il traffico di stupefacenti. Da una intercettazione ambientale agli atti delle indagini, la sera del 22 febbraio 2021 all interno dell'abitazione di Davide Flachi mentre, alla presenza della moglie Roberta Palumbo, riassumeva gli importi che avrebbe dovuto riscuotere, "sembra leggere ad alta voce" una sorta di registro contabile su cui erano state segnate le somme. "3 e 8, 4 mila, 3 e 5. 10 mila, zero, 19mila.... zero, 32e27, 51e500 ...Monza 6mila viene13.350... Imbonati 6 mila viene 31... 119 e 5 più 2 mila...35.937 San Siro già prese 2 mila... al bar l'ho segnato.. Buggio l'ho segnato... San Siro l'ho segnato.. zero e Monza l'ho segnati...Imbonati 2mila l'ho segnati". La notevole disponibilità di contanti si evince anche da altre intercettazioin ambientali come, ad esempio, quella del 26 febbraio successivo quando parlando con la moglie Flachi faceva riferimento alla movimentazione di "ingenti" somme di denaro: "70 mila quindici giorni... 8000 euro... sono a casa... quelli che ti ho dato l'altro giorno? ma tu sei impazzita? Ti ho dato 5 milioni a settimana". Anche la sera dell'1 marzo 2021 Davide Flachi contava delle banconote per importi di decine di migliaia di euro: "5...6...200... 8...160... e 100 conteggia denaro bisbigliando) 100, 2,4, 6 e 10 (conteggia denaro)....." Dall'intercettazione si sente anche il rumore degli elastici che legano le mazzette di banconote.

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