Energia, Draghi: “Dipendenza da Russia rischia di diventare sottomissione”

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"Bisogna preparare un futuro per non dipendere più dal gas russo", ha detto il premier nel suo intervenuto durante l’evento in memoria dell'economista Alberto Alesina all’università Bocconi. E sull'Europa ha aggiunto: “Deve assumere un ruolo completamente nuovo a livello mondiale e deve costruire delle difese partendo da questo e dalla transizione energetica, economica e sanitaria. Serve un federalismo pragmatico”

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In occasione della sua visita a Milano, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è intervenuto all’evento, in memoria dell'economista Alberto Alesina, scomparso due anni fa, e alla presentazione dell'Alberto Alesina Young Economist Award, un fondo per borse di studio, all'Università Bocconi. Tra gli argomenti trattati, il premier ha parlato della situazione energetica in relazione ai rapporti con la Russia: "Abbiamo finalmente affrontato, in Italia, la nostra dipendenza energetica dalla Russia che ora rischia di diventare sottomissione piuttosto che dipendenza. La risposta immediata - ha dichiarato - è che bisogna preparare un futuro per non dipendere più dalla Russia per il gas, utilizzando la globalizzazione e acquistandolo in altri Paesi come in Africa”. (GUERRA IN UCRAINA: LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - IL RACCONTO DEGLI INVIATI)

“All’Europa serve un federalismo pragmatico”

"L'Europa deve assumere un ruolo completamente nuovo a livello mondiale e deve costruire delle difese partendo da questo e dalla transizione energetica, economica e sanitaria”, ha poi dichiarato il premier, sottolineando che "la pandemia ci ha insegnato che i Paesi non possono affrontare singolarmente tutti i problemi". Ai "sogni di un federalismo a 360 gradi" Draghi ha contrapposto un "federalismo pragmatico" che "consiste nel trovare soluzioni a questioni pratiche che vanno affrontate per capire se l'Europa vuole avere un ruolo davvero significativo".

"Necessario coordinamento europeo nella difesa"

Poi ha aggiunto: “Abbiamo bisogno prima di tutto di un coordinamento (europeo, ndr) nella difesa”, che "comporterà un coordinamento della politica estera, di difesa nella logistica. Dire che lo si farà in modo integrativo agli Usa - ha spiegato - non è del tutto vero. Noi spendiamo in modo diverso dalla Russia più del triplo e il coordinamento potrebbe riguardare anche la produzione delle armi".

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