L'uomo, 43 anni, è un amico e vicino di casa della vittima, identificata come Carol Maltesi, 25 anni. Ha confessato l'omicidio durante un interrogatorio nella notte ai carabinieri. Ha detto di aver ucciso la donna durante un gioco erotico e di averla colpita con un martello
È stato sottoposto a fermo il presunto responsabile dell'omicidio della donna ritrovata cadavere, fatta a pezzi a Borno nel Bresciano una settimana fa. L'uomo, D.F. di 43 anni, è un dipendente di banca a Milano. I due erano vicini di casa nel capoluogo lombardo e avevano avuto una relazione. L'uomo ha confessato ai carabinieri nella notte. Agli inquirenti ha detto di aver ucciso la donna durante un gioco erotico e di averla colpita con un martello. "Poi non ho più capito nulla" ha aggiunto. L'uomo ha anche aggiunto di aver comprato un congelatore apposta per nascondere i resti della donna. Congelatore che ha installato nell'abitazione della vittima. Il cadavere è stato tenuto in un congelatore, fatto a pezzi e poi gettato in un dirupo. Adesso l'uomo è accusato di omicidio volontario aggravato, distruzione e occultamento di cadavere. Ha raccontato che nessuno in questi mesi ha cercato Charlotte Angie: "Solo la mamma con alcuni messaggi WhatsApp e l'ex compagno sempre con messaggi. Al telefono nessuno". E ancora: "Ho pagato anche l'affitto di casa sua". L'interrogatorio di convalida è stato fissato per domani mattina.
Chi era la vittima
La donna era cresciuta a Sesto Calende, in provincia di Varese. Aveva frequentato l'istituto tecnico Fiorini sistema moda di Busto Arsizio. "Ho quasi 18 anni e vengo dall'Italia", aveva scritto nel 2013 sul suo profilo Twitter poi poco utilizzato. "Sono stanca delle parole, non mi bastano più", l'ultimo tweet come Carol. Tre anni dopo, l'anno successivo al diploma, la nascita del figlio. Metà italiana e metà olandese, a Sesto Calende era arrivata da ragazzina. Si era poi trasferita a Milano dove, riporta Varesenews, aveva lavorato come commessa prima di aprire un profilo sul sito per adulti Onlyfans che ora risulta inattivo, e avvicinarsi al mondo del porno. Diversi i social dove si presenta come performer e modella e nelle foto mostra alcuni dei tatuaggi che hanno permesso di identificarla. Sui social aveva una doppia vita. Ci sono i profili di Charlotte Angie, dove si definiva modella e performer ("sogno sempre in grande", scriveva) e invece quelli della vita di tutti i giorni in cui indossa una camicia dalle maniche lunghe e si definisce mamma e viaggiatrice.
Le indagini
L'omicidio della donna sarebbe avvenuto, secondo la confessione dell'uomo, a gennaio scorso. Dalle indagini dei carabinieri era emerso che lo scorso 20 marzo l'auto intestata a Carol Maltesi era transitata, proprio in territorio di Borno, condotta da un uomo. Poi, ieri, l'uomo, amico e vicino di casa della vittima, si era presentato ai carabinieri per fornire informazioni sulla donna scomparsa, "offrendo circostanze che subito si rivelavano contraddette dalle emergenze investigative fino a quel momento acquisite", spiega chi indaga. Il magistrato e i carabinieri, che nel frattempo avevano raccolto elementi che collocavano l'uomo in territorio di Borno la mattina di domenica 20, lo hanno sottoposto a una serie di contestazioni, anche in sede di formale interrogatorio, nel corso della notte alla presenza del difensore.
L'assassino usava il telefono della vittima
Dalle indagini è emerso che l'assassino utilizzava il cellulare della vittima. "Non ho tempo adesso per i giornalisti e per spiegare perché ho lasciato il porno", aveva scritto l'uomo al sito bsnews fingendo di essere la donna che invece lui stesso aveva ucciso mesi prima. Al giornalista che chiedeva conto del fatto che i tatuaggi indicati dagli inquirenti sul cadavere a pezzi trovato a Borno fossero uguali a quelli dell'attrice hard, lo stesso assassino - fingendosi Carol Maltesi (Charlotte Angie) appunto - rispondeva via messaggio sabato scorso: "Ah ho capito mi hanno già detto diverse persone di quella ragazza. Io sto bene fortunatamente".
La vittima diceva "Contro violenza, supporto donne'
"Per combattere determinati pregiudizi noi donne dovremmo essere le prime a sostenerci per combattere determinati pregiudizi noi donne dovremmo essere le prime a sostenerci", così Carol Maltesi concludeva un video sui social girato nel 2020 in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne e ripostato dalla stazione radio di Busto Arsizio Flash. "Non ho mai fatto video su Instagram e non sono neanche tanto brava a parlare, ma è veramente un tema che mi sta molto a cuore non solo perché l'ho vissuto nel mio piccolo personalmente - spiegava Carol - Si parla tanto di violenza fisica contro le donne, ma è altrettanto importante parlare di quella psicologica perché comunque ti distrugge emotivamente ed è altrettanto grave. E se ne parla molto poco di questo. Quello che mi è venuto in mente è che manca soprattutto il rispetto fra noi donne in primis. E anche questa è una forma di violenza psicologica. Soprattutto da quando sono entrata nel mondo delle mamme. Le altre mamme sono sempre pronte a giudicarti se prendi decisioni diverse dalle loro", decisioni "non convenzionali" come quella di fare "foto provocanti" "Devi puntare il dito e far sentire quella donna meno madre o inadeguata - aggiungeva - solo perché prima di essere madre è donna. Penso che per combattere determinati pregiudizi noi donne dovremmo essere le prime a sostenerci".
La vicina: "Non li abbiamo mai sentiti litigare"
"Abbiamo iniziato a pensare che avessero una storia perché uscivano di mattina presto uno da casa dell'altro", così Sara Medici, una vicina di casa, racconta del rapporto tra la vittima e l'assassino. I due abitavano nella stessa piccola corte., nella cascina di Rescaldina. Qui sono arrivati i carabinieri che hanno posto i sigilli agli appartamenti di entrambi e alla macchina di lui parcheggiata nel cortile mentre quella di lei è in una via limitrofa ed è stata portata via da un carro attrezzi. La cascina si trova quasi nel centro del paese dell'hinterland milanese. Molti appartamenti sono vuoti, ci sono angoli semi abbandonati che sembrano adibiti a discarica.
Un'amica: "Era una persona fragile"
"Una ragazza bellissima, fragile e sensibile che soffriva molto per la lontananza dal figlio", così Sefora, che era la sua estetista, parla di Carol Maltesi. "Mi diceva che il suo sogno era andare a vivere in Olanda, ad Amsterdam, dove c'era suo padre insieme al figlio. Ogni tanto veniva da me a fare trattamenti estetici, l'ultima volta credo di averla vista prima di Natale, ma non mi sono preoccupata perché so che girava molto per fare shooting fotografici, sapevo che era sempre in giro. Non eravamo molto in confidenza, ma mi faceva tanta tenerezza: era molto fragile, lavorava molto con il suo aspetto fisico ma si vedeva che era una persona molto sensibile che soffriva per il distacco dal figlio. Mi aveva detto che abitava in Veneto con il padre, non so perché non potesse tenerlo con sé. Forse perché lavorava molto".
La collega: "Cercavo Carol e rispondeva lui"
"Sono sconvolta perché la settimana scorsa, pochi giorni fa - racconta l'attrice a Mow Magazine l'attrice porno Sabrina Ice - ho sentito lui: Davide, che mi ha raccontato che lei era andata via e lui credeva fosse a Padova. Non l'ho sentita direttamente da quando era tornata da Praga, circa dicembre. Lei si voleva ritirare, ma è tutto quello che mi ha detto lui: con lei non ho parlato dopo Praga. Con lui ho invece parlato spesso, perché mi doveva fare anche delle foto. Oddio, ho i messaggi con lui: gli avevo chiesto come contattarla e lui mi ha detto che non aveva il suo nuovo numero. Voleva farmi delle fotografie e ci stavamo appunto organizzando". "Non pensavo che fosse scomparsa. Ho sentito solo lui: cercavo dove poterla contattare e lui - ricorda l'amica - mi ha detto che aveva smesso. Spesso rispondeva lui, anche sugli account di lei, non è così infrequente. Pensavo che per lei fosse un cambio di vita, un colpo di testa, almeno lo pensavo fino ad ora: questo è quello che a me aveva sempre detto lui, ancora la scorsa settimana, che non sapeva come contattarla. E anche su Instagram aveva tolto alcune foto, come avevo visto". Per cui non è vero, come ha dichiarato il reo confesso - chiede Fantini - che nessuno la cercava? "Mi pare evidente: è una menzogna" risponde la collega di Carol.
Il sindaco: "In piazza non si parla d'altro"
"Non erano noti in città, ma è risultato dai controlli che vivevano nello stesso stabile". Lo ha ribadito il sindaco di Rescaldina, Gilles Ielo. "In piazza oggi - ha aggiunto - non si parla d'altro, so che stanno effettuando delle perquisizioni nelle loro abitazioni".
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