Sentita dai procuratori aggiunti Luca Turco e Luca Tescaroli, titolari dell'inchiesta fiorentina sulle stragi di mafia del '93, la donna ha dichiarato di essere estranea ai fatti contestati ma ha ammesso di essere lei nella foto che fu trovata alcuni mesi dopo l'attentato durante una perquisizione in un villino ad Alcamo dove furono sequestrate numerose armi
"La donna nella foto sono io, ma con le stragi non c'entro nulla". Lo avrebbe detto ieri Rosa Belotti, 57enne della provincia di Bergamo accusata di essere coinvolta nell'esecuzione materiale dell'attentato con autobomba di via Palestro, avvenuto a Milano il 27 luglio 1993. La donna ha parlato davanti ai pm fiorentini che l'hanno interrogata per oltre due ore. Sentita dai procuratori aggiunti Luca Turco e Luca Tescaroli, titolari dell'inchiesta sulle stragi di mafia del '93, ha dichiarato di essere estranea ai fatti contestati ma ha ammesso di essere la donna ritratta nella foto che fu trovata alcuni mesi dopo l'attentato di via Palestro, nel settembre del 1993, durante una perquisizione in un villino ad Alcamo (Trapani) dove furono sequestrate numerose armi.
L'interrogatorio
Nel corso dell'interrogatorio la 57enne, difesa dall'avvocato Emilio Tanfulla, ha dichiarato di essere estranea ai fatti di via Palestro e anche di non avere nulla a che fare col ritrovamento delle armi nel villino di Alcamo. Per gli inquirenti invece sarebbe lei l'autista dell'autobomba, la bionda di circa trent'anni, slanciata e di bell'aspetto, che due testimoni raccontarono di aver visto uscire dalla vettura la sera del 27 luglio. Poco dopo l'auto saltò in aria trasformando via Palestro in un inferno di fuoco in cui morirono l'agente di polizia locale Alessandro Ferrari, i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, e Driss Moussafir, un 44enne marocchino che dormiva su una panchina. La donna, residente nel Bergamasco e nota alle forze di polizia per un'indagine su un traffico di droga, è legata dal 1991 a Rocco Di Lorenzo, considerato dagli inquirenti uomo vicino al clan La Torre di Mondragone (Caserta). Sulla figura di Rosa Belotti sono in corso anche anche accertamenti riguardo alla strage di via dei Georgofili a Firenze del 27 maggio 1993.
La perquisizione
Pochi giorni fa a casa della 57enne i carabinieri del Ros hanno trovato una foto praticamente identica a quella di Alcamo. L'immagine trovata nel villino era nascosta in un volume di enciclopedia, e fu scoperta grazie alle indicazioni fornite a un poliziotto da un suo confidente. A distanza di 28 anni dall'autobomba scoppiata in via Palestro, gli investigatori del Ros sarebbero arrivati a Rosa Belotti grazie alla comparazione tra questo scatto, una sua foto segnaletica risalente al 1992 e l'identikit - noto come 'identikit n.14' - della donna bionda che fu vista uscire dalla Uno imbottita di esplosivo in via Palestro.