Mottarone, si decide sorte di Eitan: da oggi udienze a Tel Aviv

Lombardia
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La giudice dovrà stabilire se il caso rientra nelle fattispecie previste dalla convenzione dell'Aja sulla sottrazione dei minori, firmata sia da Italia sia da Israele

Da oggi il Tribunale della Famiglia di Tel Aviv ha ripreso a discutere del destino di Eitan, il bimbo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone. La giudice dovrà stabilire se il caso rientra nelle fattispecie previste dalla convenzione dell'Aja sulla sottrazione dei minori, firmata sia da Italia sia da Israele. In aula sono presenti sia Aya Biran Nirko, zia paterna di Eitan e sua affidataria, sia Shmuel Peleg, nonno materno che ha portato in Israele il bambino e che in Italia è indagato per sequestro di persona. La giudice ha in programma altre due udienze: domani sera e domenica. Intanto, il portavoce della famiglia Biran, in una nota diffusa prima dell'avvio dell'udienza, ha detto che quella di oggi "non riguarda la questione del bene del bambino, né il suo affidamento né quant'altro". L'udienza, ha aggiunto, "sarà centrata solo sulla questione della restituzione del bambino rapito sulla base della convenzione dell'Aja". (LA DENUNCIA - L'INCHIESTA)

La vicenda

A settembre i nonni materni hanno portato in Israele sottraendolo alla zia Aya che ne è anche tutrice legale. Il bambino, che nell'incidente della funivia (14 le vittime) ha perso entrambi i genitori, il fratellino e i bisnonni che erano venuti a trovarlo in Italia, da mesi è al centro di una battaglia per la custodia legale. Dopo un lungo ricovero all'ospedale Regina Margherita di Torino, mentre si stava riprendendo seguito dagli psicologi, Eitan è stato affidato alla zia paterna, medico 41enne che vive con il marito Or Nirko e due figlie che frequentano la stessa scuola di Eitan, l'istituto delle Canossiane. Ma tre mesi dopo la tragedia, il ramo materno della famiglia che vive in Israele ha avanzato un'istanza per l'affidamento del bambino.

La nonna materna: "L'Italia è responsabile della morte dei miei cari"

"L'Italia è responsabile della morte di mio padre, mia figlia e mio nipote. Non possono prendere anche Eitan". Lo ha detto Ester Coen Peleg, nonna materna del piccolo sopravvissuto alla strage del Mottarone, sfogandosi con i giornalisti al termine dell'udienza di oggi sulla vicenda. "Cosa mi è rimasto, lo capite?", ha aggiunto la donna criticando la decisione della giudice di non ammetterla al dibattimento in aula. "Sapete perchè sono fuori dalla'aula? Perchè una donna giudice in Israele ha detto che, siccome non era ammesso al console italiano di entrare in aula, ha negato il permesso anche a me. Io sono la nonna", ha sottolineato la donna. Poi ha aggiunto che lo stesso "è successo anche in Italia nel momento in cui io ero a lutto per mia figlia e non mi hanno dato possibilità di esprimermi".

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