Mottarone, Eitan non rientra: aperta inchiesta per sequestro di persona

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I nonni materni hanno portato in Israele il piccolo di sei anni, sottraendolo alla zia paterna che ne è anche tutrice legale. Lo si apprende da fonti qualificate. La zia materna: "Agito per il bene di Eitan". La zia Aya: “Il nonno materno è stato condannato per maltrattamenti in famiglia nei confronti della sua ex moglie"

La Procura di Pavia ha aperto un'inchiesta per sequestro di persona nel caso di Eitan Biran, il piccolo, unico sopravvissuto della tragedia del Mottarone, che i nonni materni hanno portato in Israele sottraendolo alla zia Aya che ne è anche tutrice legale. Lo si apprende da fonti qualificate. "Mio nipote Eitan è stato sequestrato dal nonno materno, Shmuel Peleg, ed è stato portato in Israele". La denuncia di Aya Biran-Nirko, zia affidataria del piccolo di sei anni e residente nella frazione di Rocca di Travacò, a Pavia. Il bambino, che nell'incidente della funivia (14 le vittime) ha perso entrambi i genitori, il fratellino e i bisnonni che erano venuti a trovarlo in Italia, da mesi è al centro di una battaglia per la custodia legale. Dopo un lungo ricovero all'ospedale Regina Margherita di Torino, mentre si stava riprendendo seguito dagli psicologi, Eitan è stato affidato alla zia paterna, medico 41enne che vive con il marito Or Nirko e due figlie che frequentano la stessa scuola di Eitan, l'istituto delle Canossiane. Ma tre mesi dopo la tragedia, il ramo materno della famiglia che vive in Israele ha avanzato un'istanza per l'affidamento del bambino. (LA DENUNCIA)

La zia paterna: “Nonno materno condannato per maltrattamenti”

Eitan è "cittadino italiano, Pavia è la sua casa dove è cresciuto, noi lo aspettiamo a casa, siamo molto preoccupati per la sua salute", ha detto in lacrime la zia paterna del piccolo parlando con i cronisti davanti alla sua casa. Ieri c'è stata una "mossa gravissima, un'altra tragedia per Eitan", messa in atto dalla famiglia materna e "voglio anche portare a conoscenza" delle autorità israeliane "che il nonno materno è stato condannato per maltrattamenti in famiglia nei confronti della sua ex moglie, la nonna materna, e tutti i suoi appelli sono stati respinti in 3 gradi di giudizio", ha poi proseguito la donna. Eitan "ora è seguito da un fisiatra e da uno psicoterapeuta e questi trattamenti devono continuare in modo regolare, vanno garantiti, in settimana ci sono due visite programmate per lui, una Pavia e una Torino", ha poi spiegato Aya. La donna è anche molto "preoccupata per la situazione psicologica" del piccolo che sta subendo "un'altra separazione".

“Domani avrebbe dovuto iniziare la scuola”

Eitan "è stato iscritto alla scuola dai suoi genitori, a gennaio 2020, nello stesso istituto in cui ha frequentato l'ultimo anno della scuola materna" e domani avrebbe dovuto "iniziare" le elementari, dopo aver già trascorso "una settimana di inserimento" in quell'istituto a Pavia, ha poi riferito la zia. "Le sue cugine - ha detto Aya - che lo aspettavano ieri per cena sono preoccupate, il suo letto è vuoto, i suoi giochi e vestiti lasciati indietro, la sua nuova scrivania, il suo nuovo zaino, quaderno, astuccio, libri pronti per iniziare l'anno scolastico domani". Nell'ultima settimana assieme alla cugina aveva già avuto un periodo di "inserimento" a scuola. Pavia, ha ripetuto la donna, "è la sua città di vita, è arrivato in Italia all'età di 1 mese e 18 giorni, è un cittadino italiano, non solo israeliano".

"L'ordine della giudice, le mie richieste e le richieste ai legali della famiglia Peleg sono stati ignorati", ha proseguito ancora la zia paterna aveva ordinato "alla famiglia Peleg di consegnare a me entro il 30 agosto" il passaporto israeliano del bambino "che era in possesso, per motivi non chiari, del nonno materno", la famiglia paterna ha nominato ora anche una "protutrice, l'avvocato Barbara Bertoni, per garantire maggiormente la tutela". 

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La zia in Israele: "Agito per il bene di Eitan"

Ma da Israele arrivano le parole della zia materna di Eitan, Gali Peleg: "Parlo solo per chiarire che abbiamo agito per il bene di Eitan", le sue parole in una intervista alla Radio israeliana 103. "Eitan - ha aggiunto - ha urlato di emozione quando ci ha visto e ha detto 'finalmente sono in Israele'. Non ha cessato di emozionarsi e di dire che noi siamo la sua vera famiglia. Ha detto di sentirsi fra le nuvole. Finalmente gli è tornato il colore sul viso". E ancora: "Siamo stati obbligati, non avevamo più saputo quali fossero le sue condizioni mentali e di salute. Non lo abbiamo rapito, lo abbiamo riportato a casa. Potevamo solo vederlo per breve tempo. Ci hanno tenuto nascoste le sue condizioni di salute. Lo abbiamo riportato a casa, così come i genitori volevano per lui". Per poi precisare: "Ci stiamo prendendo cura di lui sia dal punto di vista medico sia di quello mentale. Riceve l'assistenza migliore possibile. Eitan è arrivato ieri. Prima era in condizioni mentali non buone. Al termine delle nostre visite piangeva, chiedeva se aveva fatto qualcosa di male". Rispondendo poi a una domanda su come si mettesse la famiglia in Israele rispetto alla Convenzione dell'Aja, Gali Peleg ha detto di "non essere coinvolta in questo aspetto, non ne conosco i dettagli. Lasciamo che siano i legali a parlare. Lui adesso riceve la assistenza medico-mentale migliore possibile. Bisognava vedere la sua emozione quando ci ha visti. Non dimentichiamo che i genitori sono sepolti in Israele e che lui finalmente si è riunito con la famiglia che conosce". A una domanda sulla tutela del bambino data dal giudice italiano alla zia paterna Aya, Gali Peled ha risposto: "A me il lato legale non interessa. Abbiamo agito per il bene del bambino. Noi non ci interessiamo della convenzione dell'Aja. Solo il bene di Eitan ci interessa. Cosa avremmo potuto mai dirgli se, da grande, ci avesse rinfacciato di non averlo riportato in Israele, o almeno di aver tentato?". Sulla possibilità di restituirlo all'Italia, Gali Peleg ha osservato: "Il lato legale non ci interessa. Volevamo raggiungere una intesa con Aya. Volevamo che Eitan avesse un'unica famiglia".

Al di là delle prime ricostruzioni che circolano sul trasferimento, sulle modalità con cui il piccolo è uscito dall'Italia e giunto in uno scalo israeliano - l'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv ma anche Haifa o Eilat - per ora è buio fitto in una storia che echeggia le operazioni degli 007. Secondo alcuni media l'ipotesi prevalente è che il bambino e il nonno abbiano volato con un aereo privato.

Il legale del nonno di Eitan: "Non sapevo, doccia fredda"

"Ho appreso questa notizia stamattina, è stata una doccia fredda, io mi occupo solo del risarcimento del danno, avevo sconsigliato di fare questa guerra sulla pelle del minore". Così l'avvocato Franz Sarno, legale solo sul fronte del risarcimento del danno per la tragedia della funivia del Mottarone di Shmuel Peleg, il nonno materno del bambino. Tra l'altro, invece, è fissata per il 22 ottobre davanti al Tribunale per i minorenni di Milano un'udienza per discutere sul reclamo presentato dalla famiglia materna contro la nomina come tutrice legale della zia paterna del bambino. 

La ricostruzione dei fatti

Amos Dor, amico intimo di Aya Biran, la zia di Eitan ha raccontato in tv: "Questa mattina il nonno è venuto a trovare Eitan, una visita concordata e organizzata in anticipo. Il nonno avrebbe dovuto riportare Eitan ad Aya intorno alle 18:30, cosa che non è avvenuta. E ora il nonno ha interrotto i contatti con Aya". La notizia, diffusa anche dall'emittente israeliana N12, ha trovato conferma in serata da parte dei legali della zia: "Siamo di fronte a un sequestro di persona", ha detto all'Agi l'avvocato Armando Simbari. Una preoccupazione legata al fatto che il bambino "è stato strappato alle cure psicologiche e terapeutiche a cui era sottoposto, alla famiglia con cui vive da quando è successa la tragedia e quindi c'è la preoccupazione che possa subire un nuovo trauma". E ancora: "Fino ad ora il bambino non è stato riaccompagnato dal nonno a casa, notizie ufficiali di rapimento io non ne ho", ha aggiunto l'avvocato Cristina Pagni, civilista che assiste, anche lei, la zia di Eitan. "La realtà è che per ora non è tornato a casa, avrebbe dovuto essere a casa per le 18.30 - orario delle visite autorizzate dal giudice per il nonno e per gli altri parenti - e invece a quell'ora non è rientrato. Aspetterei a parlare di rapimento, aspetterei che lo facessero le autorità, per il momento questo bambino non è stato accompagnato a casa dal nonno all'orario previsto". Da parte sua Milo Hasbani, presidente della Comunità ebraica di Milano, contattato dall'AGI, ha detto che "Eitan avrebbe iniziato la scuola come qualsiasi altro bambino di sei anni, accompagnato dalla zia paterna che l'aveva in custodia, invece non sarà così, un'altra tragedia che si aggiunge alla tragedia. Sembra confermato - ha aggiunto - che Eitan sia arrivato in Israele questa sera (sabato) con il nonno materno, che avrebbe dovuto riportarlo a casa alle 18.30 e non l'ha fatto, è una tristissima storia". Soltanto un mese fa i familiari israeliani accusavano: "Eitan è trattenuto in ostaggio dalla zia alla quale è stato affidato. Da allora hanno preso il controllo del suo corpo, della sua mente e della sua anima proprio per tenerlo in Italia".

Lo striscione per Eitan
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Lo zio di Eitan: "Me lo sentivo, avevano il suo passaporto"

"Me lo sentivo dall'inizio che quella famiglia avrebbe fatto qualcosa di sporco per aggirare la legge italiana". Lo afferma lo zio paterno del piccolo Eitan, Or Nirko, in un'intervista al Corriere della Sera, parlando dell'allontanamento del bambino, portato in Israele dal nonno materno. "Purtroppo avevano in custodia il passaporto israeliano di Eitan. Noi lo abbiamo chiesto indietro, il giudice tutelare aveva fissato la data del 30 agosto. Ma non ce l'hanno dato e visto che, nonostante le nostre richieste, ai nonni materni non era stato revocato il diritto di visita, è andata com'è andata". E ancora: "Lui non sa di essere stato portato via. Insomma di essere stato rapito. Gli è stata detta una bugia, che andava a trovare la sua famiglia. La sua vita era fin troppo difficile, non meritava altra sofferenza". Or Nirko ricorda infine che il nonno "ha ricevuto in Israele una condanna per abusi domestici. Noi abbiamo fatto di tutto per proteggere Eitan, compreso rimanere in silenzio. Ma non è servito, sono venuti alle 11 del mattino e avevano il diritto di stare con Eitan fino alle 18. Solo che non sono mai tornati".

Il preside della scuola: "Eitan ha un legame fortissimo con zia" 

"Troppo grande il dolore per poter dire qualcosa in questo momento". Madre Paola Canziani, superiora dell'Istituto Canossiane di Pavia, dove si trova la scuola d'infanzia frequentata dal piccolo Eitan. "Da una settimana Eitan era tornato nella nostra scuola. Era contento di essere rientrato tra noi, in mezzo agli altri bambini. Si muove ancora con il suo girello, per i problemi provocatigli dall'incidente. Ma era sorridente". Madre Paola sottolinea il legame con la zia: "Le è davvero molto attaccato, per lui è un punto di riferimento fondamentale. Ed è davvero un grande dolore pensare che sia stato portato via così".

La comunità ebraica: "Condanniamo il sequestro di Eitan"

"Milano ha appreso con sgomento la notizia del sequestro del piccolo Eitan ed esprime una decisa condanna nei confronti di questo gravissimo atto che viola le leggi italiane e internazionali", così ha detto il presidente della Comunità ebraica milanese, Milo Hasbani. "L'augurio è che la vicenda si risolva nel più breve tempo possibile nella direzione dell'ottemperanza della decisione del Tribunale dei minori". 

Il sindaco di Pavia: "Faremo il possibile per riportarlo qui"

"Eitan è stato rapito dal nonno materno. Stiamo cercando di fare il possibile per riportarlo qui", ha dichiarato questa mattina Mario Fabrizio Fracassi, sindaco di Pavia. "E' una brutta cosa - ha aggiunto il sindaco Fracassi - Per noi è stato quasi come un 11 settembre. Il bambino cominciava a riprendersi e a stare meglio. Sono in costante contatto con sua zia".

La sindaca di Stresa: "Amareggiata, Eitan sradicato" 

"Eitan è arrivato in Italia che aveva appena un mese ed è cresciuto qui. Dopo il trauma subito stava lentamente ritrovando un po' di equilibrio. Mi lascia l'amaro in bocca sapere che è stato sradicato dai suoi punti fissi". La sindaca di Stresa, Marcella Severino, interviene così sulla vicenda. "Ancora un mese fa ho parlato con la zia del bimbo, Aya, e sapevo che era preoccupata. Spero che questa situazione si possa risolvere in fretta, per il bene del bambino - aggiunge la prima cittadina interpellata dall'Ansa - e che queste persone capiscano che possono fare i nonni venendo a trovare Eitan in Italia".

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