Oggi la camera ardente sarà aperta dalle 10 alle 22. Le visite riprenderanno poi domani dalle 10 alle 14
Secondo giorno di apertura della camera ardente per Gino Strada, il medico di guerra morto in Francia lo scorso 13 agosto (LA FOTOSTORIA), allestita nella sede di Emergency a Milano, in via Santa Croce, zona Ticinese. Le visite termineranno stasera alle 22 e riprenderanno poi domani dalle 10 alle 14 quando verranno chiuse le porte della Ong.
A quanto riporta l'organizzazione, ieri sono state quasi 4mila le persone che hanno voluto tributare l'ultimo saluto al fondatore dell'associazione. Davanti all'urna contenente le ceneri sono passati amici, sostenitori di Emergency, cittadini comuni, medici e infermieri dell'ong e anche personalità delle istituzioni e della società civile. (IL CORDOGLIO SUI SOCIAL).
Le visite
Alle 10 di questa mattina erano già diverse centinaia le persone in coda per dare l'ultimo saluto a Gino Strada, con una fila che ha raggiunto il vicino parco delle Basiliche di piazza Vetra. Tra le 10 e le 12 di oggi quasi 1500 persone hanno reso omaggio al fondatore di Emergency. Tra i primi ad arrivare questa mattina, il conduttore televisivo Fabio Fazio e il fondatore della Fondazione Exodus, don Antonio Mazzi. "Sono felice di quanta gente è venuta in questi giorni e verrà anche domani. Non avevo nessun dubbio, però è una conferma straordinaria di come lui era amato e di come Milano e milanesi si affezionano a quelli che fanno le cose. Siamo gente di pensiero, ma anche di azione, proprio come Gino”, le parole del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il quale anche oggi ha voluto rendere omaggio a Gino Strada.
Sul cancello d'ingresso della sede di via Santa Croce sono stati appesi mazzi di fiori e numerosi messaggi di ricordo e di ringraziamento per il lavoro svolto da Strada in Italia e nel mondo con Emergency. "Grazie Gino, quello che lasci resta straordinario come te vola alto" e "Ora vai Gino, continuiamo noi ti abbracciamo per sempre", alcuni dei messaggi scritti.
Don Mazzi: "Governo venga sulla 'strada' di Strada"
"È morto Gino, ma speriamo che non muoia la 'strada'", ha detto don Antonio Mazzi, fondatore di Fondazione Exodus, al termine della visita alla camera ardente. "Non possiamo tergiversare in certi momenti, davanti a testimonianze così forti e di fronte ad una città che ha risposto in modo così commovente e vero - ha aggiunto il sacerdote -, spero che non solo possiamo continuare su questa strada, ma che parte del governo venga sulla 'strada di Strada'. Non dobbiamo perder tempo, al di là dell'ultima tragedia, è ora che non stiamo a chiacchierare, che le chiacchiere diventino fatti, che i momenti diventino movimenti". "Mi riferisco soprattutto al terzo settore - ha aggiunto don Antonio Mazzi -, affinché venga riqualificato e tenuto in debita considerazione, perché è diventato un settore non solo sociale, ma politico e deve capire che deve lavorare assieme. Dobbiamo smetterla di fare le parrocchiette. Questa morte in questo momento ha una grande testimonianza strategica e, lasciatemelo dire da prete, anche profetico".
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