Elezioni a Milano, Bernardo: “Ogni italiano antifascista”. Sala: “Firmiamo dichiarazione”

Lombardia

"Credo che la mia storia parli da sola. Io sono antifascista come credo tutti gli italiani", ha affermato Bernardo rispondendo alle polemiche dei giorni scorsi che hanno portato allo scontro tra i due candidati

"La mia proposta al dottor Bernardo è di condividere una dichiarazione di professione di antifascismo e di farla sottoscrivere a tutti i candidati che appoggiano me e lui", ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, dopo che questa mattina il candidato a sindaco del centrodestra, Luca Bernardo, rispondendo alle polemiche dei giorni scorsi si è detto antifascista. "Prendo atto – ha commentato Sala – che finalmente ha sottolineato di essere antifascista, per ravvedersi c'è sempre tempo e mi pare una cosa buona".

Bernardo: “Sono antifascista come tutti gli italiani”

"Credo che la mia storia parli da sola. Io sono antifascista come credo tutti gli italiani", ha affermato Bernardo, in visita oggi al centro vaccinale Pirelli HangarBicocca. "Pensiamo invece ai nostri anziani", ha aggiunto Bernardo, che ha mostrato la foto del nonno partigiano e della nonna che "nascondeva in casa tante persone scappate".

La proposta di Sala

"Gli italiani purtroppo - ha sottolineato Sala - non sono tutti antifascisti. Si vedono quotidianamente esponenti politici che negli atti, nei fatti, nelle richieste di intitolazione di piazze e vie professano un'ideologia vicina al fascismo, ma se Bernardo è convinto che siamo tutti antifascisti facciamo una cosa semplice: tutti quelli che si candidano con me nel municipio, per il Comune, dichiarino formalmente il loro credo nell'antifascismo". "È una proposta, troviamo una dichiarazione congiunta, io e lui, di professione di antifascismo perché - ha spiegato il sindaco - la città lo merita. Questa è una città che ha sofferto tantissimo, che ha fatto la sua parte, che ha continuato a tener vivi questi valori di lotta contro ogni tipo di autoritarismo".

Lo scontro tra Sala e Bernardo

"Sono convinto in modo assoluto che chi non ha il coraggio di dichiararsi antifascista non sia degno di guidare la nostra città, Medaglia d'oro della Resistenza. Certi valori non sono mode, sono il frutto del sacrificio di nostri concittadini per garantire la democrazia contro ogni forma di dittatura. Di cui godiamo anche oggi", ha affermato il primo cittadino nei giorni scorsi dopo le polemiche per le parole di Bernardo che aveva affermato di non distinguere fra fascisti e antifascisti ma fra le persone.

All'attacco di Sala è seguita la risposta del candidato di centrodestra: "Il mio antifascismo è nei fatti, non nelle etichette, nessuno mi può accusare di essere fascista". "Il concetto era semplice e chiaro, bastava ascoltare e riportare con onestà quanto ho detto. Mio nonno, uomo alto 1.98, siciliano, deceduto per infarto, si spogliò della divisa di granatiere e fece il partigiano a Bologna. Mi onoro della lunghissima amicizia con la comunità ebraica milanese. Questi sono i fatti. Altro, invece - ha aggiunto - sono le accuse create ad arte (sotto l'ombrellone in riva al mare) e alimentate dalla macchina social. Da medico e uomo della società civile sono abituato ad affrontare i colpi bassi che la vita riserva, ma non ero preparato a bugie, falsità e polemiche architettate per raccattare un voto in più".

Non si è fatta attendere la replica di Sala: "Basta prendere le sue parole, è chiaro che sta cercando di giustificarsi, ha testualmente detto 'non faccio differenza tra un fascista e un antifascista', io invece la faccio eccome".

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