Milano, furto a casa di Diletta Leotta: in sei a processo

Lombardia

Gli imputati sono accusati di aver svaligiato anche l'abitazione della influencer Eleonora Incardona. Il dibattimento è stato fissato per il prossimo 29 ottobre

La Procura di Milano ha disposto la citazione diretta a giudizio per sei presunti ladri accusati, a vario titolo, di aver compiuto un furto, il 6 giugno 2020, a casa della conduttrice tv Diletta Leotta nel centro del capoluogo lombardo e, in precedenza, di aver svaligiato anche l'abitazione della influencer Eleonora Incardona. Il processo è stato fissato per il prossimo 29 ottobre davanti alla decima penale e, a quanto si è saputo, parte degli imputati potrebbero tentare la strada del patteggiamento, in particolare cinque di loro sono accusati di aver partecipato al furto ai danni di Leotta. Le indagini sono state condotte dalla Squadra mobile e coordinate dal pm Francesca Crupi.

I furti e le accuse della Procura

A inizio aprile scorso nei confronti di tre persone, S. K., kosovaro di 45 anni, S. M., milanese di 26 anni, e A. R. M., romena di 29 anni, era stata eseguita l'ordinanza di custodia in carcere firmata dal gip di Milano, Giulio Fanales. I primi due, tra l'altro, erano già in carcere dal febbraio scorso per il furto a casa di Incardona il 12 dicembre 2020 (una terza persona è imputata per questo colpo). Proprio nell'abitazione di S.M. gli investigatori avevano trovato oggetti riconducibili al furto in casa di Leotta, da cui i ladri avrebbero portato via beni per 150mila euro. La Squadra mobile, poi, sempre per il colpo di giugno, aveva fermato anche L. R., croato di 27 anni, e C. H., 24enne di Brescia. Secondo le indagini, C. H. e A. R. M avrebbero fatto i "pali" mentre S. K., S. M. e L. R. sarebbero gli autori materiali che si sono introdotti nel condominio forzando, come si legge nell'imputazione, "una botola posizionata sul pianerottolo dell'ultimo piano". Sono loro tre, stando alle indagini, gli uomini che compaiono nelle immagini riprese dal sistema di sorveglianza. Tra la refurtiva figurava anche un Rolex da 16mila euro. Tra i difensori degli imputati ci sono gli avvocati Simone Briatore, Antonio Buondonno e Riccardo Spina.

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