Ieri la prima cittadina ha comunicato di aver ricevuto un avviso di garanzia per un incidente accaduto nell'asilo comunale della città dove, lo scorso ottobre, un bimbo si era ferito la mano nel cardine di una porta tagliafuoco, procurandosi lesioni da schiacciamento al terzo e al quarto dito della mano sinistra
In seguito alle polemiche per l'avviso di garanzia ricevuto dalla sindaca di Crema, Stefania Bonaldi, dopo che un bimbo si è schiacciato la mano in una porta tagliafuoco all'asilo, sulla vicenda è interventuo il procuratore di Cremona Roberto Pellicano. Il magistrato ha affermato che bisogna tenere presente anche il punto di vista dei genitori del bambino tornato a casa "con una manina massacrata. Propongono querela - ha aggiunto - perché ipotizzano che non sia normale andare al nido e subire gravi lesioni; qualcuno potrebbe portarne la responsabilità. E loro chiedono all'autorità giudiziaria di accertarlo".
Il caso
Ieri la sindaca ha comunicato di aver ricevuto un avviso di garanzia per un incidente accaduto nell'asilo comunale della città dove, lo scorso ottobre, un bimbo si era ferito la mano nel cardine di una porta tagliafuoco, procurandosi lesioni da schiacciamento al terzo e al quarto dito della mano sinistra. Il bimbo ha riportato lesioni non permanenti ma comunque tali da richiedere cure per tre mesi. La prima cittadina ha dichiarato di essere indagata nel corso dell'ultimo consiglio comunale. Ora alla sindaca, in concorso con altri, si contesta di aver omesso l'installazione di dispositivi idonei a evitare la chiusura automatica. L'accusa è di lesioni colpose.
Procuratore: "Capisco disappunto, ma bisogna rispettare punto di vista dei genitori"
"Capisco perfettamente - ha scritto il procuratore - il disappunto di un sindaco, oberato da situazioni di responsabilità, le più varie, chiamato in causa da una indagine penale per un infortunio accaduto ad un bambino in un asilo nido gestito dal Comune. Muovendo da questo punto di vista, la vicenda è inaccettabile. Ma mi pare corretto prospettate anche un differente punto di vista, più articolato e meno immediato, che a mio parere merita altrettanto rispetto", quello appunto dei genitori. Pellicano ricorda che "le attività di accertamento partono automaticamente, già in via amministrativa, perché l'Ats, organo tecnico di Polizia in materia di prevenzione infortuni, coinvolta autonomamente dai Carabinieri che hanno ricevuto la querela, è tenuta a svolgerle. In questo caso gli accertamenti amministrativi si concludono col prospettare, a torto o a ragione lo valuterà l'autorità giudiziaria, le figure astrattamente responsabili, in quanto gestori del servizio, tra esse il Sindaco".
"Idea di un vuoto di responsabilità è poco accettabile"
La "responsabilità formale e del tutto congetturale denominata responsabilità oggettiva" è, assicura il procuratore, "assolutamente insufficiente per provocare una accusa formale ed un rinvio a giudizio". Comunque "è il punto di partenza imprescindibile di qualsiasi accertamento penale: l'individuazione della figura che astrattamente ricopre la posizione di garanzia, che ha il dovere di attivarsi per garantire la sicurezza di un certo ambiente, pubblico o privato non fa differenza". Poi secondo Pellicano, si potrà scoprire che i responsabili abbiano delegato altri o "potrà anche emergere, meno frequentemente il difetto assoluto di responsabilità concrete". Ma certo è "poco accettabile" l'idea "a priori di un vuoto di responsabilità. Questo è anche il punto di vista che, non con leggerezza, un'autorità giudiziaria che osserva alla lettera, considerandolo una garanzia di tutela per le persone offese, il principio costituzionale di obbligatorietà dell'azione penale deve prediligere. E di qui sorge il dovere di svolgere accertamenti per ogni fatto astrattamente previsto come reato dalla legge. Il pm non ha la discrezionalità di paralizzarsi - ha sottolineato il procuratore -, in base alla sua intuizione, magari fondata, circa il fatto che non sarà raggiunta la prova di una effettiva responsabilità penale. Non può omettere le iscrizioni suggerite dagli organi tecnici di polizia giudiziaria nei registri penali. E sarebbe responsabile di una tale inerzia".
Bonaldi: "Reazione unita dimostra che tema è sentito"
Intanto su Facebook la sindaca ha ringraziato per le tante manifestazioni di solidarietà ricevute da altri primi cittadini. "La reazione unita e solidale dimostra quanto questo tema sia sentito e trasversale e quanto la sua soluzione sia urgente!". "Sono stata travolta dalla solidarietà di tantissimi e tantissime. La vicenda di Crema e del mio avviso di garanzia, con i suoi contorni non drammatici, per fortuna, ci ha consentito di porre alla attenzione dei cittadini, del Parlamento e del Governo un tema che da tempo noi Amministratori locali abbiamo sollevato, quello della responsabilità dei sindaci e della necessità di adeguate tutele giuridiche", aggiunge. "Non riesco ad elencare i tantissimi interventi di sostegno e di denuncia della situazione ricevuti o resi pubblici, e farei torto a troppi/e dimenticandone alcuni" scrive ancora Bonaldi, citando l'intervento del presidente nazionale di Anci Antonio Decaro "che tutti e tutte ci rappresenta, le parole del quale mi hanno emozionata ed inorgoglita". Bonaldi pubblica inoltre un tweet "del caro amico sindaco di Pesaro Matteo Ricci, coordinatore dei sindaci Dem e presidente nazionale di Ali Autonomie Locali, cui è presa un po' la mano parlando di me, ma che ha dato il via alla rincorsa di solidarietà dei colleghi e delle colleghe". Ricci aveva twittato "basta con queste pazzie. Come si può indagare un Sindaco per una cosa del genere? Siamo al ridicolo", mandando "un abbraccio forte a una delle sindache più brave d'Italia".