La Corte d’appello di Milano ha deliberato un risarcimento di 80mila euro per il professionista che era stato arrestato in uno dei rami dell’inchiesta monzese su un giro di tangenti che aveva coinvolto l’ex sindaco del paese ed ex presidente della provincia di Milano, Filippo Penati, poi assolto, che all’epoca dei fatti era vicepresidente del consiglio regionale
La quinta Corte d'appello di Milano ha deliberato un risarcimento di 80mila euro per ingiusta detenzione all'architetto Renato Sarno, che era stato arrestato in uno dei rami dell'inchiesta monzese su un giro di tangenti (il filone riguardo all'ex area Falck di Sesto San Giovanni) che aveva coinvolto l'ex sindaco di Sesto ed ex presidente della Provincia di Milano Filippo Penati (poi assolto), che all'epoca era vicepresidente del Consiglio regionale. Lo riporta il Corriere della Sera.
La vicenda
Sarno era stato arrestato a ottobre 2012 e aveva trascorso 134 giorni in carcere e 48 ai domiciliari prima che le accuse contro di lui, una volta che questo filone d'inchiesta era passato alla Procura di Milano, venissero archiviate nel 2017. L'Avvocatura dello Stato si è opposta al risarcimento con lo stesso argomento con il quale era stato negato a Sarno una prima volta (decisione poi annullata dalla Cassazione): e cioè il fatto che avesse "tenuto un comportamento contradditorio e fatto affermazioni non veritiere o imprecise all'autorità giudiziaria". Ma secondo il presidente Antonio Nova con l'estensore Micaela Curami e il consigliere Roberto Arnaldi, "non tutti i comportamenti possono ritenersi sinergicamente collegati alla carcerazione" e nel calcolo del risarcimento va tenuto conto che Sarno era incensurato e anche "il notevole clamore mediatico che ebbe la notizia dell'arresto nel 2012, e la perdita patrimoniale per la perdita di due commesse concluse poco prima dell'arresto".