"Sistema Sesto": in Appello di nuovo tutti assolti, anche Penati

Cronaca
L'ex presidente della Provincia di Milano Filippo Penati dopo la lettura della sentenza di assoluzione decisa la Corte d'Appello di Milano (Ansa)
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L’ex presidente della Provincia di Milano, scagionato dalle accuse di corruzione e finanziamento illecito, esulta: “Mi sono ripreso la mia vita”

La Corte d'Appello di Milano ha assolto anche in secondo grado tutti gli imputati per la vicenda con al centro il cosiddetto “sistema Sesto”, tra i quali l'ex presidente della Provincia di Milano Filippo Penati. L’ex capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani è stato di nuovo scagionato dalle accuse di corruzione e finanziamento illecito. La Corte ha assolto, così come avvenuto in primo grado, anche gli altri 9 imputati.

La sentenza e la gioia di Penati

La sentenza di assoluzione dei giudici è stata accolta in aula da un applauso da parte degli imputati presenti, tra cui l'architetto Renato Sarno, Antonino Princiotta e l'imprenditore Piero Di Caterina. "Mi sono ripreso la mia vita”, ha detto Filippo Penati, presente anch’egli in aula. "Oramai le assoluzioni non le conto più”.

L’assoluzione anche in primo grado

Nel dicembre 2015 il Tribunale di Monza aveva assolto Penati, l'ex suo braccio destro Giordano Vimercati (la sentenza tempo fa è diventata definitiva), Renato Sarno, ritenuto dai pm il presunto collettore di tangenti, Princiotta, l'ex segretario generale della Provincia di Milano e, tra gli altri, Bruno Binasco, l'ex ad di Milano Serravalle Massimo Di Marco e anche la società Codelfa. 

In primo grado “non raggiunta ipotesi accusatoria”

I giudici di primo grado avevano sostenuto che il dibattimento aveva "provato" l'esistenza del cosiddetto 'Sistema Sesto'", ma "non ritiene raggiunta la prova dell'ipotesi accusatoria". Le accuse a vario titolo erano corruzione e, solo per Penati, finanziamento illecito ai partiti (vicenda, questa, per la quale i suoi coimputati sono stati assolti). Gli episodi di concussione per le presunte 'stecche' sulle concessioni edilizie per le aree ex Falck e Marelli di Sesto San Giovanni, il cuore delle indagini, vennero dichiarati prescritti già nel 2013.

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