L’ex terrorista rosso si è costituito in Francia dopo il blitz delle Forze dell'Ordine di fine aprile che ha portato all'arresto in totale di nove ex esponenti degli anni di piombo
La Corte d'Assise di Milano ha dichiarato l'estinzione della pena per prescrizione per Luigi Bergamin, 73 anni, l’ex terrorista rosso che si è costituito in Francia dopo il blitz delle Forze dell'Ordine di fine aprile che ha portato all'arresto in totale di nove ex esponenti degli anni di piombo. Lo ha appreso l'ANSA. La Corte ha accolto il ricorso del difensore Giovanni Ceola.
Chi è Luigi Bergamin
Luigi Bergamin è stato tra gli ideologi dei Proletari armati per il comunismo (Pac), il gruppo armato in cui militò Cesare Battisti. Era stato condannato a 16 anni e 11 mesi di reclusione per concorso morale dell'omicidio del maresciallo Antonio Santoro, capo degli agenti di polizia penitenziaria ucciso a Udine il 6 giugno 1978 da Battisti, e dell'agente della Digos di Milano Andrea Campagna, avvenuto nel 1979. La prescrizione era scattata l’8 aprile, ma i termini erano stati interrotti dal magistrato di sorveglianza milanese Gloria Gambitta su richiesta del pm Adriana Blasco, che aveva definito Bergamin "delinquente abituale". Una definizione respinta con forza dall'avvocato Giovanni Ceola, legale di Bergamin: "La delinquenza abituale si dichiara con almeno due sentenze di condanna e non ha senso che arrivi 33 anni dopo".
Per Bergamin, 73 anni, intanto, era stata fissata l'udienza in Francia sul procedimento di estradizione, sulla base del mandato d'arresto europeo trasmesso dall'Italia, per il 30 giugno. Ora la decisione della Corte milanese che ha dichiarato per lui l'estinzione della pena per prescrizione.
La Corte: “Dopo 30 anni cade l’interesse di eseguire la pena”
Sono "trascorsi non solo più di quarant'anni dai gravissimi fatti di reato per cui Bergamin è stato ritenuto responsabile, ma soprattutto più di trenta anni dall'irrevocabilità della pronuncia di condanna" e l'8 aprile è "ormai decorso il termine massimo previsto", scrive la Corte d'Assise di Milano nell’ordinanza. I giudici fanno notare che "il legislatore" ha stabilito che decorsi 30 anni dalla sentenza che infligge una pena temporanea viene meno "l'interesse dello Stato all'esecuzione della stessa”.
Lo Stato "dovrebbe tutelare il sacrificio" dei suoi servitori che hanno "pagato con la vita e sono stati uccisi" da persone che "volevano sovvertire" l'ordine politico e sociale. Questo il commento a caldo di Maurizio Campagna, fratello di Andrea, assasinato nel 1979. "Stiamo parlando di persone che volevano sovvertire lo Stato. Vedere che, dopo 30 anni, non ci sia più l'interesse dello Stato a eseguire la pena - ha aggiunto - mi sembra un controsenso".