Caso stilista impiccata a Milano, chiesto processo per il fidanzato

Lombardia

L'uomo è accusato di omicidio per la morte della sua fidanzata, la stilista 37enne Carlotta Benusiglio, trovata impiccata con una sciarpa a un albero a Milano il 31 maggio 2016

Chiesto il rinvio a giudizio per Marco Venturi, l'uomo accusato di omicidio volontario per la morte della sua fidanzata, la stilista 37enne Carlotta Benusiglio, trovata impiccata a Milano il 31 maggio 2016. Il pm del capoluogo lombardo, Francesca Crupi, che ha ereditato il fascicolo dall'ex collega Gianfranco Gallo, ha trasmesso l'istanza all'ufficio gip ritenendo necessario il vaglio di un giudice, il gup Raffaella Mascarino. Il pm Gallo aveva chiesto l'arresto, bocciato per tre volte: da un gip, dal Riesame e dalla Cassazione. Venturi, difeso dagli avvocati Andrea Belotti e Veronica Rasoli, dovrà rispondere anche di stalking e lesioni che avrebbe commesso tra il 2014 e il 2016.

La vicenda

Carlotta Benusiglio è stata trovata senza vita la mattina del 31 maggio 2016, impiccata con una sciarpa a un albero di piazza Napoli. Il fidanzato, che aveva trascorso la nottata con lei, in una lunga e complessa inchiesta è passato dalla posizione di persona informata sui fatti, col fascicolo in via di archiviazione, a indagato per istigazione al suicidio fino ad accusato di omicidio volontario aggravato. A febbraio 2018, poi, il gip Alfonsa Ferraro ha disposto nuovi accertamenti con la formula dell'incidente probatorio e con la riesumazione della salma. Agli atti, anche una consulenza sulle immagini di due telecamere di sorveglianza prodotta dai legali della famiglia Benusiglio, che si sono sempre battuti perché il caso non venisse archiviato.

La perizia e le consulenze

Secondo una perizia del 2018, la donna morì "con grande probabilità" a causa di una "asfissia prodotta da impiccamento" e sul cadavere, riesumato, non c'erano "lesioni scheletriche" riconducibili ad un "eventuale strangolamento, parziale o totale, con successiva sospensione del corpo". La perizia, dunque, propendeva per il suicidio, ma agli atti sono finiti anche i risultati delle consulenze affidate ad esperti dai familiari di Carlotta, assistiti dai legali Gian Luigi Tizzoni e Pier Paolo Pieragostini. Consulenze valorizzate dalla Procura.

La ricostruzione del pm Gallo

Secondo la ricostruzione dell'allora pm Gallo, che ha chiuso le indagini ad ottobre, Venturi avrebbe ucciso la fidanzata "per futili motivi, con dolo d'impeto, stringendole al collo una sciarpa oppure il proprio braccio" strangolandola. La ragazza, anche perché affetta dalla "sindrome di Eagle", sarebbe "deceduta subito dopo per asfissia meccanica da strangolamento" e lui avrebbe simulato "una impiccagione sospendendo parzialmente" con la sciarpa il cadavere ad un albero verso le 3.40 di notte di quella sera di fine maggio 2016. Nella perizia di tre anni fa, per gli inquirenti, non era emerso l'elemento della sindrome da cui era affetta Benusiglio. Ma a far ritenere la necessità del vaglio di un giudice sono anche i tre provvedimenti con cui, prima un gip, poi il Tribunale del Riesame e infine la Cassazione, dando ragione alla difesa, hanno rigettato la richiesta di arrestate Venturi avanzata dal pm Gallo, sostenendo la mancanza di "gravi indizi di colpevolezza" a carico dell'allora fidanzato e che si sia trattato di un suicidio. Per la difesa, come si legge in una delle memorie agli atti, dai provvedimenti del gip e del Riesame, confermati dalla Cassazione, emerge che "non ci sono dubbi sulle cause della morte" avvenuta "per impiccamento". Provvedimenti da cui risulta la mancanza di "gravi indizi di colpevolezza" a carico dell'allora compagno. Per la Procura, tuttavia, serve la valutazione di un giudice sul caso e Venturi a questo punto rischia di finire a processo.

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