Secondo il virologo del Sacco “il punto debole è che non abbiamo i vaccini autorizzati per i bambini e per le persone che hanno meno di 16 anni. Questa è una limitazione enorme”
“Accantonare l’1-2% di dosi per le zone ad alto contagio è una strategia giusta”. Lo ha detto a Sky TG24 Massimo Galli, virologo del Sacco di Milano, commentando durante la trasmissione Timeline la proposta del ministro Roberto Speranza di creare delle riserve di dosi vaccinali per le aree più colpite dal Covid (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI - L'EMERGENZA IN LOMBARDIA E A MILANO). Secondo Galli “è un’idea che piace ma bisogna avere tre strumenti: chiudere le zone più colpite per lavorare in maniera tranquilla e senza ostacoli, fare tutti i test necessari per vaccinare i guariti e quelli che stanno avendo l’infezione in corso e gli altri si vaccinano tutti. Il punto debole è che non abbiamo i vaccini autorizzati per i bambini e per le persone che hanno meno di 16 anni, questa è una limitazione enorme”.
“Il sistema dei colori è un bicchiere mezzo vuoto“
“Il sistema dei colori è per me un bicchiere mezzo vuoto - ha affermato il virologo -. Ci siamo congelati in una determinata situazione nel frattempo ha dilagato la variante inglese ed è chiaro che in una situazione che non riesca farti svoltare basta poco perché si ricominci“. Per Galli ha più senso “andare in maniera selettiva per aree maggiormente colpite“, quindi non per Regioni, e “fare in quelle aree la vaccinazione a tappeto e mettere sotto controllo le persone che possono essere ulteriore fonte di ulteriore diffusione - ha aggiunto -. Mi piace come ipotesi insieme a quella di poter intervenire per strati di popolazione: prima gli anziani, poi i più fragili per cercare di limitare al massimo il pericolo per le persone più a rischio come per gli ospedali di evitare di essere sommersi di richieste di ricovero“.
“La chiusura delle scuole è necessaria“
La decisione di chiudere le scuole è stata una “scelta necessaria per le nuove connotazioni del virus e della pandemia e per la presenza di focolai a livello delle scuole”, ha sottolineato Galli aggiungendo che “ci sono bambini e ragazzi concentrati per diverse ore al giorno in una situazione di necessaria vicinanza che finisce per determinare la diffusione dell’infezione che negli esercizi commerciali può essere gestita diversamente, credo. Anche se la situazione si è già fatta pesante in senso lato rispetto alla fatto che la ripresa del virus c'è già stata“. Il virologo ha poi chiarito che “una volta per tutte bisogna dire che la posizione di chi afferma che le scuole non sono un luogo pericoloso per la dispersione del virus è sbagliata. Le scuole lo sono e lo sono sempre state, ben che vada per lo meno prima e dopo la presenza nelle aule dei ragazzi. Anche il semplice movimento dei ragazzi prima e dopo la scuola rappresenta un momento di rischio. E il virus ci sta dando una delle tante lezioni che fino ad ora ci ha già impartito“.
“Stiamo per riaprire un reparto, siamo in allarme come altri ospedali“
“In ospedale stiamo per riconvertire in reparto Covid un reparto che normalmente faceva altro”, ha confermato Galli specificando che “non è una situazione di aperta crisi, ma presenta segnali di allarme, anche in altri ospedali. Ci stiamo preparando ad affrontare una richiesta di ricoveri che secondo logica dovrà crescere. Tante infezioni nei giovani vogliono dire tante infezioni nei genitori che vogliono dire infezioni negli anziani. Quando arrivano ad essere numerosi negli anziani fatalmente la richiesta di ricovero e di terapia intensiva finisce fatalmente per aumentare“.
“Vitale avere tanto vaccino a disposizione“
Sulla questione vaccini il virologo ha detto che “avere tanto vaccino disponibile è cosa in questo momento di importanza vitale. Mettere in sicurezza gli anziani e i fragili farà sì che nella peggiore delle ipotesi un’infezione da sudafricana o brasiliana se la faranno mite essendo già vaccinati. Ed è tutta un’altra storia. Vaccinare tanto e subito è estremamente importante”. Sul vaccino russo Galli ha dichiarato che “Sputnik nasce teoricamente male per motivi mediatici e con grande scetticismo dalla componente scientifica occidentale assenza di dati”, ma poi ci sono stati “dati interessanti seguiti da dati importanti della sperimentazione di fase 3 e non si può che considerarlo un vaccino importante e interessante. Anche perché c’è un aspetto particolare, si tratta infatti di un vaccino con adenovirus vettore nel quale vengono utilizzati due adenovirus diversi come vettori uno per la prima e uno per la seconda riducendo di molto quella interferenza che il sistema immunitario umano potrebbe avere reagendo contro gli adenovirus in questione”.