Covid Lombardia, Natale in corsia: "Il vero regalo sarà il vaccino"

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"I pazienti purtroppo non possono vedere i loro cari, e fra noi operatori c'è molta stanchezza. Speriamo solo che Natale ci porti un anno migliore", racconta uno dei medici di turno in un reparto per malati Covid all'ospedale di Cremona

Questo Natale in corsia "è molto particolare" per Maria Teresa Castellini, uno dei medici di turno in questa festività in uno dei reparti con malati Covid all'ospedale di Cremona. "I pazienti purtroppo non possono vedere i loro cari, e fra noi operatori c'è molta stanchezza. Speriamo solo che Natale ci porti un anno migliore - dice all'ANSA la specialista bresciana di 34 anni -. Il vero regalo sarà il vaccino. Speriamo che si riesca così a uscire dalla pandemia. In ospedale la campagna vaccinale inizia il 27 dicembre, io mi sono subito segnata per farlo, senza alcuna esitazione. Spero che tutti gli operatori sanitari si vaccinino: è stato realizzato in poco tempo, ma è stato testato e approvato dalle varie agenzie del farmaco. Da medico, mi fido della ricerca scientifica". (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LA SITUAZIONE IN LOMBARDIA - LA SITUAZIONE A MILANO - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI)

Le dichiarazioni

 "A inizio dicembre erano circa 80 i ricoverati con il Covid, adesso fortunatamente sono meno della metà. Negli ultimi giorni da qui vediamo un calo, ma - avverte Maria Teresa Castellini - bisognerà aspettare gli effetti degli ultimi giorni di zona gialla prima delle feste. E' una situazione da tenere sempre sotto attento controllo". Gli ultimi dieci mesi hanno segnato la vita di molti operatori sanitari. "Ci siamo trovati davanti una patologia nuova, sconosciuta, e ognuno ha dato il massimo, in scienza e coscienza - racconta la dottoressa, specialista di Medicina interna -. Si è evidenziato l'aspetto deontologico del nostro lavoro, la capacità di fare il meglio senza avere grosse basi". Molti medici e infermieri, inoltre, hanno dovuto fare i conti in prima persona con il virus. "Io sono stata fortunata, non mi sono ammalata, ma pur usando sempre i dispositivi di protezione c'è la paura di infettarsi e trasmettere il Covid ai nostri cari - spiega il medico -. Abbiamo passato momenti difficili: Cremona è al confine con il Lodigiano dove la pandemia è esplosa a fine febbraio. All'inizio tutto l'ospedale era Covid. Ora c'è molta stanchezza fra gli operatori, tanta voglia di uscirne, speriamo nel vaccino". Intanto, guardandosi indietro, resta anche qualche ricordo piacevole. "Nella prima ondata abbiamo avuto un paziente cinquantenne che, nonostante buone condizioni generali di salute, ha avuto una polmonite tremenda, grave - ricorda la dottoressa dell'ospedale di Cremona -. L'ha superata e poi ha composto una canzone dedicata a noi medici e infermieri. Con i proventi del cd, ha acquistato quattro carrozzine per l'ospedale. Un bel gesto di riconoscenza". 

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