Una cinquantina di ristoratori nel pomeriggio si sono trovati sotto il Palazzo della Regione Lombardia per chiedere alla politica di venire incontro al settore, garantire l'occupazione e di non permettere il fallimento delle attività
"Il coprifuoco alle 23 è la morte". Lo sostengono una cinquantina di ristoratori lombardi che nel pomeriggio si sono trovati sotto il Palazzo della Regione Lombardia per chiedere alla politica di venire incontro al settore, garantire l'occupazione e di non permettere il fallimento delle attività durante l'emergenza Coronavirus (TUTTI GLI AGGIORNAMENTIN DIRETTA - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI - LA SITUAZIONE IN LOMBARDIA E A MILANO).
Tra i manifestanti uno dei multati durante il sit-in del 6 maggio
Tra i manifestanti c'è anche Paolo Polli, uno dei manifestanti multati durante il sit-in del 6 maggio all'arco della Pace. Giovedì sera alle 23, quando dovrebbe scattare il coprifuoco, è intenzionato ad andare a protestare con altri colleghi a Palazzo Marino e in Regione Lombardia. "Chiudere alle 23 e non alle 24 non ha senso - dichiara Polli - è solo un modo per non rimborsare i ristoratori, mentre dovrebbero fare ronde e controllare la movida, lasciando che l'economia vada avanti".
Il 22 ottobre protesta in San Babila
Alfredo Zini del ristorante Al Tronco, coordinatore di altre manifestazioni del settore Ho.re.ca, ha dato invece appuntamento giovedì 22 ottobre alle 11.30 in piazza San Babila, spiegando che "se esce un'ordinanza che vieta di uscire per noi è improponibile manifestare alle 23". Zini, insieme ai colleghi, ha presentato le richieste del settore al consigliere regionale Gianmarco Senna della Lega, che ha raggiunto i manifestanti sotto Palazzo Lombardia spiegando che è il momento di "conciliare la situazione economica e quella sanitaria".
"Il coprifuoco alle 23 - afferma Zini - è devastante, alle 22 dovremo mandare via i clienti, perdendo in sostanza il turno delle 21.30, con un'ulteriore riduzione di fatturato. Già con l'ultimo Dpcm sono arrivate una raffica di disdette, non possiamo mettere una famiglia di otto persone che vive insieme in due tavoli diversi e ora temiamo che il coprifuoco alle 23 abbia un ulteriore effetto psicologico deterrente".