Fondi Lega, il gip: "Villette comprate con profitto peculato"

Lombardia
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Gli immobili sequestrati sono di proprietà di Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba, entrambi agli arresti domiciliari

La guardia di finanza di Milano sta effettuando il sequestro di due villette sul lago di Garda per un valore complessivo di circa 600mila euro di proprietà di Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba agli arresti domiciliari nell'inchiesta su LFC e su presunti fondi neri alla Lega. (LA VICENDA) Era "il reinvestimento del profitto proveniente dal peculato" il solo "obiettivo" dell'acquisto delle due villette sul lago di Garda. Lo scrive il gip Giulio Fanales nel provvedimento con cui ha accolto la richiesta dei pm di sequestro dei due immobili con annesso un garage.

 

Il sequestro

Secondo la ricostruzione, i due immobili si trovano all'interno del Green Residence Sirmione di Desenzano e sarebbero stati acquistati da Di Rubba e Manzoni con parte dei proventi illeciti incassati dalla compravendita del capannone di Cormano, in provincia di Milano, che Lombardia Film Commission avrebbe pagato 800mila euro, un prezzo ritenuto gonfiato. Dagli accertamenti sui flussi finanziari è risultato che una consistente quota del denaro incassato dall'operazione al centro dell'inchiesta per peculato, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e reati fiscali, coordinata dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Stefano Civardi, sono prima confluiti nella Taac srl poi incorporata nella Partecipazione srl, riconducibile ai due contabili in parlamento della Lega, e poi sono stati usati per comprare quelle che sono state definite villette - una da 330mila euro e l'altra da 310mila - ma che in realtà sono appartamenti su due piani in un complesso immerso nel verde, con piscina e vista lago. In una intercettazione agli atti dell'indagine Michele Scillieri, il commercialista pure lui vicino al Carroccio e pure lui ai domiciliari dallo scorso settembre, aveva parlato di "due belle ville sul lago".

La "società di comodo"

La Taaac Srl, la società, poi incorporata nella Partecipazioni srl, attraverso cui Di Rubba e Manzoni hanno rilevato le villette, era stata "costituita soltanto in vista dell'operazione commerciale complessiva rappresentata dall'acquisto" a dicembre 2017 e marzo 2018 dei due immobili, come afferma il gip nel provvedimento di sequestro preventivo ai fini della confisca. Il giudice la definisce "una società di comodo", sottolineando che è "priva di entrate proprie e quindi di qualsiasi flusso di cassa in ingresso", fatta salva la "parte del profitto illecito", i circa 163mila euro generati dalla compravendita di capannone alla Lombardia Film Commission poco prima dell'acquisto della prima villetta. Taaac srl ha "totale incapacità di procedere, in via autonoma, a qualsiasi investimento". Per il giudice c'era una "unica ideazione originaria risalente almeno all'ottobre del 2017", quando il direttore di una filiale Ubi Banca di Seriate (Bergamo), riferisce di aver ricevuto la richiesta da parte di Di Rubba di accendere un mutuo a favore della Taaac srl finalizzato all'acquisto di due ville a Desenzano del Garda, contestualmente all'apertura del conto corrente societario.

"Operazione priva di reale giustificazione economica"

Il direttore, si legge nel provvedimento del gip, spiega di "aver ben presto compreso la ragione delle insistenze del cliente, da rinvenire nella necessità di godere della copertura da parte di un funzionario di banca compiacente, a fronte degli innumerevoli movimenti fortemente anomali interessanti il conto corrente societario, di per sé idonei a fondare un obbligo in capo all'istituto di credito di segnalazione alle autorità competenti". Nel decreto di sequestro preventivo si ribadisce, condividendo l'ipotesi della Procura, come l'operazione immobiliare relativa la capannone di Cormano (Milano) "risulta priva di una reale giustificazione economica, manifestandosi viceversa quale schermo giuridico dietro il quale occultare l'unico intendimento perseguito, ossia la distrazione del fondo erogato dall'ente pubblico", cioè Lfc, "a favore dell'allora presidente Di Rubba e dei suoi complici, fra i quali in primo luogo Manzoni".

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