Si tratta di Roberto Tradati, responsabile della fiduciaria Fidirev. L'accusa è di riciclaggio, una delle ipotesi di reato su cui lavorano da tempo i pm milanesi
Tra gli indagati nell'inchiesta di Milano sui fondi della Lega relativi alla Lombardia Film Commission finisce anche Roberto Tradati, responsabile della fiduciaria Fidirev. L'accusa è di riciclaggio, una delle ipotesi di reato su cui lavorano da tempo i pm milanesi. Lo riportano Il Fatto Quotidiano e La Repubblica. (LE INDAGINI - LA VICENDA)
Chi è Roberto Tradati
Tradati è responsabile della fiduciaria Fidirev attraverso la quale sarebbero transitati parte degli 800mila euro incassati dalla vendita del capannone e in questa veste era stato ascoltato dai pm milanesi come teste ma ora, come viene riportato, è stato indagato. La fiduciaria milanese, nell'operazione sull'immobile di Cormano ha incassato i 400mila euro della prima compravendita del febbraio 2017 tra Paloschi srl, del prestanome Luca Sostegni, e Andromeda, la società immobiliare di uno dei commer4cialisti finito nell'inchiesta, Michele Scillieri. Il capannone finì poi alla Lombardia Film Commission al doppio del prezzo.
L’interrogatorio di Scillieri
Intanto, nell'ambito dell'inchiesta, si è tenuto un nuovo interrogatorio di Michele Scillieri, ai domiciliari da giovedì della scorsa settimana come altri due commercialisti vicini alla Lega, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, e suo cognato Fabio Barbarossa. Sull'interrogatorio, che ieri pomeriggio pareva fosse a rischio e quindi slittasse a data da definire, c'è il più stretto riserbo. Scillieri, a differenza di Di Rubba e Manzoni, martedì scorso non si è presentato per essere interrogato dal gip Giulio Fanales e ha scelto di rendere dichiarazioni al procuratore aggiunto Eugenio Fusco e al pm Stefano Civardi, titolari dell'indagine.
Le intercettazioni, Sostegni sul conto svizzero: “Chiedete a Scillieri”
"La cosa più grande è aver fatto il prestanome per l'interesse di un mandato praticamente (...) 300 e rotti mila li ho mandati sul conto là, a nome mio, sempre mio quel conto in Svizzera però io quei soldi non li ho toccati. Andate a vede' chi ha movimentato il conto, perché la delega l'ho fatta a Michele (Scillieri, ndr) e poi andatelo a vede' voi dove ha mandato i soldi". Così parla, in una conversazione intercettata lo scorso 15 giugno, Luca Sostegni , il presunto prestanome di Scillieri. Sostegni nel dialogo con un imprenditore ha aggiunto, riferendosi sempre al commercialista: "Poi sarà lui che vi dovrà rende' conto di quello che ha fatto, io che c'entro. Io ho mandato i soldi là, ok. Ho avuto un compenso di 20 mila euro, accusatemi di quello? Di questo poi io che c'entro? Potete di' che non ho dichiarato i soldi però quelli non li ho presi io per cui.....". Sostegni, la "testa di paglia", come lui stesso si definisce, nell'operazione di compravendita, secondo le carte dell'inchiesta, avrebbe bonificato circa 400 mila euro, tra marzo e luglio 2018, su un conto omnibus della Fidirev, fiduciaria amministrata da Roberto Tradati, ora indagato per riciclaggio. La somma è arrivata in parecchie tranche anche da 5 mila euro a cui si aggiungono un assegno circolare per una cifra da 140 mila euro e infine 26 mila euro. Come osserva la Gdf, dallo stesso conto 'omnibus' acceso presso la Banca Piemonte, i 26 mila euro lo stesso giorno del bonifico vengono 'girati' su un conto Unicredit di Scillieri e, tra dicembre e marzo successivi, la Futuro Partecipazioni, collegata sempre al commercialista, interrogato oggi dai pm, riceve somme pari al 1,6 milioni. Cifra, come rilevano le fiamme gialle, che appena addebitata finisce su un conto svizzero riferibile a Fidirev e aperto presso Credinvest di Lugano, quello a cui si riferisce Sostegni.
Informativa Gdf: "Operatività non coerente rilevata tra diverse società e partito Lega Nord"
"Operatività non coerente rilevata tra diverse società, coinvolte nei più disparati settori economici e spesso con lo stesso indirizzo, ed il partito politico Lega Nord" molte delle quali "riconducibili a (...) dottori commercialisti" di Bergamo e Milano". E poi "operazioni di accredito, spesso connotate da importo tondo e da periodicità non in linea con gli usi di mercato, (...) seguite da operazioni in segno contrario in favore di professionisti e società sempre riconducibili al (...) partito politico". E' il quadro descritto in una segnalazione di operazioni sospette, un 'Sos', dell'Uif di Bankitalia del 2019 e riportata in una informativa trasmessa lo scorso aprile dalla Gdf ai magistrati di Milano che indagano sul caso 'Fondi Lega': inchiesta che una settimana fa è sfociata negli arresti domiciliari di Michele Scillieri, Alberto Di Rubba e Andrea Mazoni, tre professionisti vicini al movimento.
Nel rapporto degli ispettori di via Nazionale, già l'anno scorso, si traccia la cornice dentro la quale stanno indagando il procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco e il pm Stefano Civardi in una vicenda che ha delle connessioni anche con quella dei 49 milioni spariti e su cui sta lavorando la Procura di Genova. In un passaggio si sottolinea che "a fronte di fondi ordinati" dal partito e "dal Gruppo Lega.Salvini premier" a favore di entità collegate sono stati disposti pagamenti a favore" di Luca Sostegni, presunto prestanome del commercialista Michele Scillieri. Inoltre, a proposito si parla anche del caso, già emerso, della società Valdolive "impegnata nel settore pubblicitario, precedentemente di proprietà" di Vanessa Servalli barista e cognata di Alberto Di Rubba, uno dei tre commercialisti ai domiciliari da una settimana, che "ha ricevuto bonifici dalla Lega Nord, dalla Partecipazioni S.r.l. e dallo Studio Dea Consulting S.r.l", nomi ricorrenti nell'indagine milanese. "Tali fondi - si legge nella Sos - sono stati utilizzati per effettuare pagamenti in favore di alcuni membri dello staff" dell'allora ministro dell'interno Matteo Salvini, "Luca Morisi, Leonardo Foa, Matteo Pandini".