"Lavorava senza sosta per aiutare i più bisognosi, desiderava unicamente stare in mezzo a chi soffre”, il ricordo di don Vito Morcelli, parroco di Regoledo, paese d’origine del sacerdote accoltellato da un senzatetto di 53 anni. Una folla silenziosa ha partecipato ieri sera al rosario recitato dal vescovo Oscar Cantoni
"Lavorava senza sosta per aiutare i più bisognosi, senza condizionamenti. Non ha mai puntato ad avere una sua parrocchia da gestire, ma desiderava unicamente stare in mezzo a chi soffre. Ora la Diocesi di Como ha un altro martire”. È questo il ricordo di don Roberto Malgesini, il prete ucciso ieri a Como da un 53enne ucciso, descritto da don Vito Morcelli, parroco di Regoledo, frazione di Cosio Valtellino (Sondrio), paese natale del sacerdote assassinato e dove ancora oggi vivono i genitori e i fratelli della vittima, immediatamente partiti per Como una volta appresa la notizia. Al cordoglio si è unita anche la giunta comunale guidata dal sindaco Alan Vaninetti, che ha osservato alcuni minuti di raccoglimento in memoria di don Malgesini prima di dare il via alla consueta riunione del martedì sera.
La preghiera di Papa Francesco
Questa mattina, durante l’udienza generale, Papa Francesco ha voluto ricordare don Roberto Malgesini, ucciso “da una persona bisognosa che lui stesso aiutava". Il Pontefice si è unito "al dolore e alla preghiera dei suoi famigliari e della comunità comasca e come ha detto il suo vescovo, rendo lode a Dio per la testimonianza, cioè per il martirio, di questo testimone della carità verso i più poveri. Preghiamo in silenzio per don Roberto Malgesini - ha concluso il Santo Padre - e per i tutti i preti, suore, laici, laiche che lavorano con le persone bisognose e scartate dalla società”.
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Una folla silenziosa in Duomo a Como
Ieri sera, a Como una fola silenziosa si è radunata per partecipare al rosario recitato in duomo dal vescovo Oscar Cantoni. Solo trecento persone sono riuscite a entrare nella cattedrale per via delle restrizioni anti contagio, ma sulla piazza esterna alcune centinaia di fedeli hanno voluto comunque assistere alla preghiera, molti dei quali con una candela in mano.
Espulsione omicida bloccata da Covid
Don Malgesini è stato ucciso ieri mattina mentre si apprestava, come ogni giorno, a portare la colazione ai bisognosi. A sferrare le coltellate mortali è stato un senzatetto tunisino di 53 anni, Ridha Mahmoudi, ospite di un dormitorio in città al termine di una lite. L’uomo ha poi confessato l’omicidio, dicendo di aver agito perché convinto “di essere una vittima di un complotto che ne avrebbe determinato il rimpatrio in Tunisia”, ha spiegato il procuratore della Repubblica di Como, Nicola Piacente.
Il 53enne era entrato illegalmente in Italia nel 1993. Destinatario di un decreto di espulsione nel 1996, quest'ultimo era stato poi revocato a seguito del matrimonio con una cittadina italiana. Con il diniego del permesso di soggiorno per motivi familiari nel 2014, l'uomo è stato successivamente destinatario di più provvedimenti di espulsione. L'ultimo - si apprende - è stato adottato nell'aprile 2020, ma non è stato possibile effettuare l'allontanamento a causa dell'emergenza sanitaria legata al Covid 19. Mahmoudi, da ieri in isolamento nel carcere del Bassone, sarà interrogato domani pomeriggio dal gip per la convalida dell’arresto.
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