In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Philippe Daverio, allestita la camera ardente alla Pinacoteca di Brera

Lombardia
©Ansa

Sulla bara in legno bianco sono stati posti i suoi occhiali e un papillon. La moglie: “Non penso se l’aspettasse di andarsene, aveva ancora tantissimi progetti”. La camera ardente resterà aperta fino alle 18:30

Condividi:

È stata aperta questa mattina alle 9:30, nella Sala della Passione della Pinacoteca di Brera, la camera ardente di Philippe Daverio, storico dell'arte, docente, saggista, divulgatore televisivo ed ex assessore alla Cultura del Comune di Milano, scomparso nella notte tra l'1 e il 2 settembre all'Istituto dei Tumori del capoluogo lombardo (CHI ERA). Sulla bara in legno bianco è stato posto un cuscino di fiori, mentre a fianco del feretro è stata posata una corona di fiori bianchi del consolato generale di Francia. Ad attendere il carro funebre c'erano diversi giornalisti e alcune decine di persone, che si sono messe in coda per portare il loro ultimo saluto al noto critico d’arte. Sulla bara sono stati appoggiati anche un papillon, gli occhiali di Daverio e una rosa rossa. La camera ardente resterà aperta fino alle 18:30. (FOTO)

La moglie - ©Ansa

La moglie: “Non penso se l’aspettasse di andarsene”

Pochi minuti dopo l’arrivo del feretro, è giunta presso la pinacoteca di Brera la vedova di Daverio, Elena Gregorio, che ha voluto sistemare sulla bara la decorazione della Legione d'onore francese. "Penso non se lo aspettasse nemmeno lui di andarsene, non dico che fosse giovane ma a 70 anni non si é neanche decrepiti e aveva ancora tantissimi progetti, le bozze di tantissimi libri da finire”, ha detto commossa la moglie. "Sono distrutta, ci conoscevamo da quando avevo 17 anni, quanto abbiamo litigato però come tutte le persone ingombranti poi mancano molto”, ha aggiunto, dicendosi “senza parole” per i tanti messaggi di cordoglio arrivati e soprattutto per le dimostrazioni di affetto. “Di queste sarà contento perché lui in realtà ci teneva, gli piaceva che la folla lo amasse. Era un uomo speciale, incredibile, aveva una sensibilità al di là del normale per capire le situazioni le persone, era molto generoso disponibile con chiunque gli chiedesse consigli, pareri. Penso che saranno effettivamente in molti a rimpiangerlo - ha detto ancora - certo per noi a casa è dura".

vedi anche

Philippe Daverio: le città e i monumenti raccontati dallo storico

©Ansa

Tanti messaggi di affetto

In tanti prima di entrare hanno voluto lasciare un messaggio sui registri delle firme sistemati fuori dalla camera ardente. “Sei stato un grande”, “Grazie della disponibilità”, “Sei stato uomo di qualità”, alcune delle frasi scritte, una delle quali anche in francese. Entrando nella camera ardente la prima cosa che si sente è proprio l'inconfondibile voce di Daverio. Da uno schermo gigante alle spalle del feretro viene riproposto a ripetizione il video 'Pierino e il lupo', l'opera di Sergej Prokofiev e della quale il critico d'arte è stato voce narrante, realizzato alcuni anni fa proprio nella Pinacoteca di Brera.

L'omaggio di Sala, Bradburne e Fontana

Daverio era un "grande milanese, come quei grandi milanesi che a volte sono milanesi di nascita ma altre volte è la nostra città che ha la capacità di attrarre valore da chi non è nato qui ma la sposa". Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che si è fermato per alcuni minuti in silenzio nella camera ardente. "Era una persona di estrema genuinità - ha detto -, era impossibile che non dicesse il vero, magari le sue parole potevano non piacerti, ma era sempre diretto, chiaro con un pensiero originale. Alla fine questa era la sua cifra ed era anche ciò che me lo faceva apprezzare", ha concluso Sala. 

"Era una persona su cui potevo sempre contare per un parere indipendente, autonomo e non colorato: era un'anima libera, per me una stella polare”, le parole invece del direttore di Brera James Bradburne, il quale ha suggerito alla vedova di allestire la camera ardente presso la Pinacoteca. "Philippe era innamorato di Milano e Milano di Philippe. È difficile immaginare un mondo senza di lui”.

"Era sicuramente una persona che ha illustrato la cultura lombarda, un grande lombardo, una persona non solo esperta nella sua specifica materia, ma un uomo di grande visione, che amava parlare di istituzioni, con il quale abbiamo fatto delle bellissime discussioni in merito all'organizzazione dell'Europa, della costituzione delle regioni", il ricordo del governatore lombardo, Attilio Fontana.