Donna scomparsa a Crema, l'uomo fermato: "È morta per overdose"

Lombardia

Alessandro Pasini, attualmente in carcere in quanto ritenuto autore dell'omicidio di Sabrina Beccalli, lo ha affermato davanti al gip di Cremona. Per gli inquirenti, la 39enne è stata invece vittima di un atto violento a seguito di un rifiuto a un'avance sessuale. Sequestrata una vasca con liquami: l'ipotesi è che dentro sia stato gettato il corpo senza vita della donna

Alessandro Pasini, l'uomo fermato e attualmente in carcere in quanto ritenuto il responsabile dell'omicidio di Sabrina Beccalli, ha dichiarato davanti al gip di Cremona, Giulia Masci, che la donna è morta "a seguito di un'overdose di cocaina ed eroina e non di un atto violento" nell'appartamento della ex convivente dell'uomo. Su queste affermazioni, spiega il giudice, "sono in corso indagini del Ris". Della donna, 39 anni e residente a Crema, si sono perse le tracce da Ferragosto.

Le parole del gip

"In attesa dei riscontri che verranno dagli accertamenti tecnici in corso - sono le parole del giudice Masci - si ritiene maggiormente verosimile che Pasini abbia posto in essere un atto violento nei confronti della Beccalli per poi occultare il corpo". L’ipotesi al momento più accreditata tra gli inquirenti è quella che la 39enne possa essere stata uccisa per “un rifiuto a un'avance sessuale", come ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Cremona, Lorenzo Carlo Maria Repetto, spiegando che il Ris "ha rilevato tracce utili" nell'abitazione.

Il magistrato valorizza infatti le dichiarazioni della testimone che ha sentito venire delle urla di una donna che chiedeva aiuto dall'abitazione della ex di Pasini. "Deve ritenersi - sostiene il gip - che la voce strozzata appartenesse certamente a Sabrina che, tuttavia, se avesse avuto un malore, non avrebbe avuto motivo di chiedere aiuto, seguito dal 'no', come a voler chiedere di interrompere un'azione in atto, potendo rivolgersi proprio a Pasini che era nella camera del lei". A "dire dell'indagato", infatti, è la tesi del gip, "non vi erano motivi di risentimento, ma anzi un'amicizia pluriennale e anche perché i due avevano trascorso insieme la notte consumando coca a più riprese”.

Sms alle 4.11, poi le grida: "Aiuto"

L'ultima traccia di Sabrina Beccalli è un messaggio a un'amica alle 4.11 della notte di Ferragosto. Poco più tardi, una donna ha sentito una voce femminile "strozzata" che "più volte gridava 'Aiuto, aiuto, no'", proveniente dall'abitazione in cui la trentanovenne cremasca si trovava per consumare cocaina ed eroina con A.P. Si evince dall'ordinanza. Il gip sostiene che "permangono gravi indizi di colpevolezza in relazione alla soppressione del cadavere" e "indizi che, per la loro consistenza, consentono di ritenere probabile la sua colpevolezza per aver cagionato la morte di Sabrina Beccalli". La sua versione nell'ordinanza viene definita "non credibile".

Casa piena di gas, rischiata la strage

All'arrivo dei carabinieri, l'appartamento era pieno di gas in quanto Pasini aveva tagliato il tubo del gas della caldaia. "Poteva esserci una strage. L'ambiente era saturato da quattro giorni di gas", ha spiegato il comandante Repetto. "Solo per il fatto che per entrare abbiamo dovuto chiamare i Vigili del fuoco, che sono entrati dalla finestra e il gas è uscito, non è successo un disastro - ha sottolineato -. Bastava che qualcuno entrasse dalla porta e accendesse la luce e veniva giù tutta la palazzina, in cui c'è un'altra famiglia. Lo ha fatto perché voleva cancellare le prove. Ha ammesso di aver tagliato il tubo, per quel motivo. Credo che il pm valuterà anche l'ipotesi di reato di tentata strage", ha detto Repetto.

L'interrogatorio

Durante l'interrogatorio, l'uomo ha confermato di avere incontrato Sabrina quella notte, di avere guidato e poi bruciato la sua auto, ma non di averla uccisa. Contro di lui ci sono anche i primi esiti degli accertamenti del Ris sui vestiti trovati a a casa sua e i filmati in cui lo si vede alla guida dell'auto e ai varchi di Vergonzana, la località del Cremasco dove sono stati trovati i resti del veicolo bruciato. Carabinieri e Procura, guidata da Roberto Pellicano, sono convinti che sia stato lui, che ha diversi precedenti, ad averla assassinata e ad avere poi nascosto il cadavere, le cui ricerche sono ancora in corso. Bruciando l'auto, "ha pensato evidentemente di sviare le indagini nella convinzione - ha spiegato ancora il comandante Repetto - che i resti non potessero essere identificabili. Evidentemente ha occultato il corpo da altre parti, per far sì che noi non avessimo tracce di atti violenti, che noi pensiamo invece siano accaduti".

Sequestrata vasca con liquami

Intanto, questa mattina i carabinieri hanno sequestrato a Vergonzana una cisterna di liquami nella quale gli inquirenti ipotizzano sia stato gettato il corpo senza vita di Sabrina Beccalli. Entro due giorni si pensa che la vasca potrà essere parzialmente svuotata e quindi i carabinieri saranno in grado di sondare alla ricerca del corpo della donna.

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