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Coronavirus, parenti vittime: “GHS conferma che l'Italia non era pronta a pandemia”

Lombardia
©Ansa

Così il Comitato "Noi Denunceremo" in una nota: "Nell'indice creato per migliorare la risposta internazionale all'insorgere delle malattie infettive, l’Italia si posiziona alla 129esima posizione su 195 Paesi con un punteggio dello 0.00% alla voce 'Operazioni di risposta' a un’emergenza"

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Il Global Health Security Index del 2019 "conferma" che l'Italia non era pronta ad affrontare la pandemia. A renderlo noto sono i familiari delle vittime riuniti nel Comitato “Noi Denunceremo - Verità e giustizia per le vittime di Covid-19”, riprendendo anche quanto sostenuto dal generale dell'Esercito, ora in pensione, Pier Paolo Lunelli nel suo rapporto consegnato nei giorni scorsi alla Procura di Bergamo, dove si legge che “con un Piano aggiornato l’Italia poteva evitare 10mila morti”.

“Nell'indice - riporta la nota del Comitato - creato per migliorare la risposta internazionale all'insorgere delle malattie infettive, l’Italia si posiziona alla 129esima posizione su 195 Paesi con un punteggio dello 0.00% alla voce 'Operazioni di risposta' a un’emergenza". (CORONAVIRUS: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LA SITUAZIONE IN LOMBARDIA)

La nota

“Secondo quanto scritto nello studio - prosegue il comunicato - il centro operativo di gestione dell'emergenza in Italia non dispone di linee guida in caso di pandemia. Inoltre, non esiste alcuna esigenza che il centro operativo di gestione delle emergenze faccia alcuna esercitazione per emergenze che riguardano la salute pubblica almeno una volta all’anno. La Protezione Civile - si evidenzia - si focalizza sulla risposta ai disastri naturali mentre non rappresenta alcun fattore che ne motivi l’intervento nell'insorgere di malattie infettive”.

Il Comitato sottolinea poi che "l'Italia non ha ancora completato una action plan nazionale per la sicurezza sanitaria e non ha richiesto una valutazione esterna della sua capacità di risposta sempre in materia di sicurezza sanitaria, tanto da risultare 101esima su 195 Paesi con un index score dello 0.00%. Infine - aggiungono ancora i parenti delle vittime - si classifica al 108esimo posto in termini di finanziamenti perché non vi è alcuna evidenza che i politici italiani si siano impegnati a migliorare la capacità di gestione domestica delle minacce epidemiche attraverso l'ampliamento di finanziamenti mirati o chiedendo supporto per migliorarne la capacità gestionale. Nessuna evidenza in tal senso - concludono - si può riscontrare sul sito del Ministero della Salute, del Ministero degli Affari Esteri e nel sito delle Nazioni Unite in Italia".