Rissa a Milano, Daspo "fuori contesto" a figlio capo ultras dell'Inter

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L'aggressione di corso Garibaldi - spiega la Questura - è "solo l'ultima manifestazione dell'indole facinorosa del ventenne, già noto alle forze dell'ordine per episodi di violenza con altri esponenti del mondo ultrà"

In una rissa in corso Garibaldi, tra i principali luoghi della Movida milanese, la notte tra il 5 e il 6 giugno accoltellò un coetaneo. Per Alessandro Caravita, 20 anni, figlio di Franco, storico capo ultras dell'Inter, il questore di Milano ha disposto il Daspo per condotte violente "fuori contesto", non quindi durante manifestazioni sportive. L'aggressione di corso Garibaldi - spiega la Questura - è "solo l'ultima manifestazione dell'indole facinorosa del ventenne, già noto alle forze dell'ordine per episodi di violenza con altri esponenti del mondo ultrà".

Il provvedimento

Il 20enne non potrà avere accesso per quattro anni agli stadi dove si disputeranno incontri di calcio, anche all'estero, e non potrà frequentare i luoghi interessati dalla sosta, dal transito o dal trasporto dei giocatori o dei tifosi. "L'obiettivo - spiega la Questura - è garantire la sicurezza delle manifestazioni sportive vietando l'accesso ai soggetti che hanno manifestato comportamenti violenti, a prescindere da dove questi abbiano manifestato la propria pericolosità". Per l'aggressione di corso Garibaldi, Caravita era stato arrestato per tentato omicidio, lesioni personali gravi e porto abusivo di coltello. Tra i suoi precedenti anche una rissa del 2018 scoppiata fuori di un negozio di tatuaggi, cui aveva preso parte anche un altro frequentatore della Curva Nord nerazzurra. Il ventenne è stato anche indagato per rissa aggravata nell'inchiesta sugli scontri tra ultras nerazzurri e napoletani del 26 dicembre 2018, nel corso dei quali perse la vita Daniele Belardinelli, tifoso dell'Inter travolto da un suv guidato da un ultras del Napoli.

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